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Giovani e droga, Cosenza col cuore in gola. Caruso: “Fatto serio, mi sento in trincea”

Il sindaco risponde al deputato Antoniozzi e rilancia il suo impegno. L’evoluzione dello spaccio con trattative sulle piattaforme social

Il male oscuro è quel bisogno di quattrini che disegna le scie di una umanità sempre più fragile. È la rotta globale verso il male che produce quei denari che ingrassano i clan mangiandosi le vite dei disperati. Commerci sempre nuovi come quella droga tagliata con schifezze che piace tanto ai ragazzi. Il Fentanil, che s’impasta con l’eroina, e il Captagon, la “cocaina dei poveri” prodotta in Siria (quattro anni fa il primo maxi-sequestro nel porto di Salerno da parte della guardia di finanza), sono i nuovi miscugli che circolano, soprattutto, sui social. Sulle piattaforme digitali nascono meet-up anonimi, luoghi d’incontro virtuali tra pusher e assuntori dove è possibile concordare affari con l’opzione della consegna a domicilio. È la pericolosa evoluzione dello spaccio, sempre più diffusa tra gli sbarbati della generazione Z, giovani che vivono l’uno accanto all’altro, dividendosi le ore, i sogni, le speranze. Sono ragazzi, bravi ragazzi. Ma l’approccio con il vizio arriva sempre troppo presto. Spesso sono le cattive compagnie a spingerli verso la droga e non solo quella. Tante volte c’è l’abuso di alcol, c’è la ludopatia, e c’è la pornografia. Minacce per i teneri virgulti dell’umanità che arrivano impreparati all’urto con le malattie sociali più pericolose. Non hanno anticorpi e s’arrendono a quella condizione di finto benessere a tempo determinato. E quando finisce il giro di giostra sono già pronti per un nuovo viaggio in quel paradiso immaginario.
Cosenza è una città col cuore in gola, una città che vive rotolando su un piano inclinato. Da tempo le istituzioni sono al lavoro per studiare soluzioni efficaci contro questa piaga. Ieri, il deputato meloniano, Alfredo Antoniozzi, ha chiesto al sindaco di istituire una commissione extra consiliare sul fenomeno della droga in città. La replica del primo cittadino è stata puntuale: «La prevenzione e la cura dalle dipendenze patologiche, insieme al benessere psicofisico dell’individuo, è un tema che con il mio assessore alla salute, Maria Teresa De Marco, stiamo affrontando da tempo aprendo un confronto a 360 gradi in città, con il contributo di esperti e professionisti del settore. Siamo consapevoli, infatti, che l’uso di droghe è ancora un problema enorme per giovani e meno giovani e che, accanto alla necessaria azione repressiva, è indispensabile intervenire anche e, forse soprattutto, con operazioni di sensibilizzazione».
Il primo cittadino ha ricordato anche al deputato, membro della Commissione parlamentare antimafia, come «il tema sollevato mi è molto caro, comprendendone fino in fondo l’importanza e la rilevanza sociale. Proprio qualche giorno fa, in occasione della giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito delle droghe, ho partecipato con monsignor Checchinato, a un incontro organizzato dalla comunità “Il delfino”, nel corso del quale è stato, ancora una volta, evidenziato come il fenomeno del consumo di droghe sia cresciuto enormemente al pari della vendita di sostanze stupefacenti nell’area urbana, raggiungendo livelli parossistici. Si tratta dunque, di una problematica seria da combattere con altrettanta serietà e determinazione e, per quanto mi riguarda, mi sento in trincea come sindaco, ma anche come individuo, interessando il problema soprattutto giovani e giovanissimi, che rappresentano il nostro futuro. Condivido, pertanto, le preoccupazioni e l’allarme lanciato da Antoniozzi al quale assicuro di proseguire nella strada della prevenzione, ma anche della cura, per quanto è nelle mie competenze. Ovviamente sono a sua disposizione per ogni altra iniziativa in cui vorrà coinvolgermi, concordando con il deputato Antoniozzi che questa battaglia non ha e non può avere colore politico».

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