Cosenza

Giovedì 21 Novembre 2024

Basta scontri sul nuovo ospedale di Cosenza. «Fatelo dove vi pare, ma presto»

Il progetto del nuovo ospedale di Cosenza

«Abbiamo un nuovo pronto soccorso, molto più grande. Un nuovo Direttore, già all’opera, ci fa ben sperare su una migliore organizzazione. Che è la cosa che sta cercando di fare, dal momento del suo insediamento come Commissario, il “nuovo” direttore generale Vitaliano De Salazar. Speriamo nel suo operato (perché non ci rimane altro da fare) nell’attesa del nuovo ospedale». L’associazione “Gianmarco De Maria”, che in corsia lavora da anni, tra l’altro al fianco d’una delle categorie più deboli (i bambini), saluta con soddisfazione il nuovo reparto d’emergenza dell’“Annunziata”, epperò allo stesso tempo si chiede: «Quante speranze riponiamo in questo nuovo ospedale. Chissà se sarà prevista anche l’Oncoematologia pediatrica o se le nostre famiglie dovranno continuare a preparare le valigie per recarsi in altri posti». Il focus della “Gianmarco De Maria” resta sempre lo stesso. Non solo perché se ne occupa da oltre vent’anni, ma perché l’Oncoematologia pediatrica è una ferita aperta. «Detto sottovoce, i soldi ci sono e, pare, anche tanti (senza considerare il Pnrr). E allora perché non si fa? L’ultima volta pareva fosse la volta buona, c’era anche la data della posa della prima pietra: novembre 2023 mi pare». «Sono ventidue anni che sentiamo parlare di un nuovo ospedale, di imminente costruzione: Muoio Piccolo, Vaglio Lise, Via degli Stadi. Era stata proposta anche la zona di Donnici, con un nuovo svincolo autostradale (l’ipotesi Mendicino non l’ho vissuta). Ora zona universitaria (però prima si deve fare la conurbazione). Impegni presi, delibere fatte, sopralluoghi, studi di fattibilità, progetti esecutivi. Tanti, tanti soldi spesi. E noi continuiamo a fare le valigie (mi viene un dubbio, non è che si voglia ottenere proprio questo?). A noi non interessa più di tanto dove possa essere costruito, ci interessa un ospedale in quanto tale. Ma che non sia nuovo solo nelle mura ma anche nella concezione di cura. Fatelo dove vi pare. Ma fatelo presto», sigillano dalla “De Maria”.

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