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Trebisacce, docente 68enne a giudizio per abusi sessuali nei confronti di cinque studentesse

È accusato da cinque studentesse dell’istituto “Aletti”. L’imputato si è sempre professato innocente

20061011 - PONTEDERA - ROMA - POL - SCIOPERO AVVOCATI: CAMERE PENALI, ADESIONE MASSICCIA. Toghe di magistrati poggiate su alcune sedie di un'aula del tribunale di Pontedera (Pisa). Una ''massiccia adesione'' sta caratterizzando il primo dei tre giorni di astensione dalle udienze indetti dall' Unione delle Camere Penali Italiane ''per difendere la parte relativa alla distinzione delle funzioni della riforma dell'ordinamento giudiziario e l'assetto culturale della professione forense''. Lo rende noto Giunta dell' Unione, recentemente rinnovata sotto la presidenza di Oreste Dominioni, che esprime ''grande soddisfazione per l'adesione totale alle battaglie ideali dell'avvocatura penale''.FRANCO SILVI - ANSA - I51

Una ipotesi di accusa pesante: abusi sessuali nei confronti di cinque studentesse. Una ipotesi contestata dalla procura di Castrovillari, diretta da Alessandro D’Alessio, a un docente dell’istituto tecnico “Aletti”: si tratta di Piero De Vita, 68 anni, nei cui confronti il pm Simona Manera ha chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza che vedrà il professore nella veste di imputato si terrà il 18 ottobre prossimo nel palazzo di giustizia della città del Pollino. Contro il sessantottenne le dichiarazioni delle cinque prospettate parti offese, raccolte dalla polizia giudiziaria nel corso delle indagini avviate dopo le segnalazioni giunte dall’istituto scolastico.
Le studentesse avevano infatti parlato all’interno della scuola delle presunte “attenzioni” ricevute, innescando dei doverosi accertamenti interni. Come prevede la prassi, il dirigente ricevuta notizia della vicenda ha informato l’Ufficio scolastico regionale e la magistratura inquirente competente per territorio.
Il professore De Vita, difeso dagli avvocati Roberto Laghi e Alberto Carelli Basile, ha sempre respinto con forza le accuse protestandosi innocente e tale dovrà essere considerato sino alla conclusione della vicenda con sentenza passata in giudicato. La presunzione di non colpevolezza è infatti uno dei capisaldi del nostro ordinamento.

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