La droga venduta agli adolescenti. Ai ragazzini sparsi ogni sera tra le aree di piazza Santa Teresa, Via Alimena e l'Autostazione: i carabinieri della compagnia di Cosenza, diretti dal tenente colonnello Antonio Quarta, hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip bruzio, Alfredo Cosenza, su richiesta del pm Giuseppe Cozzolino della procura di Cosenza. 21 gli indagati in carcere e 27 agli arresti domiciliari con l'accusa di aver spacciato cocaina, eroina, hashish e marijuana. Gli indagati sono 68.
I NOMI
In carcere: Luca Ritacco; Khalil Nader; Agostino Ritacco; Daniele Perri; Cristian Francesco Ruffolo; Idolo Iuele; Alessandro Morrone (’88); Francesco Gagliardi; Gino Le Fosse; Enzo Bertocco; Fausto Guzzo Foliaro Corleone; Giuseppe Cascardi; Italo Garrafa; Riccardo Mignolo; Giuseppe Chianello; Francesco Bevilacqua detto Pierino; Antonio Bevilacqua; Giuseppe Muto detto Birillo; Hicham Benkdiba; Toni Berisa; Nabù Salym; Ai domiciliari Luca Retek; Fedele Pacia; Andrea Iuele; Sandro Maestro; Alessandro Di Fino; Armido Biagini; Sandra Benemerito; Pietro Alessio; Maurizio Altavilla; Mohammed Ben Hassen detto Muschanton; Carlo Gagliardi; Lorenzo Nicoletti; Aristide Constant Bossomo Bandjing detto Zazà; Francesco Paco Critelli; William Zupo; Angelo Mancuso; Amedeo Pirri; Giovanni Bartucci; Giuseppe De Bartolo; Mariella Tenuta; Domenico Chianello; Francesco Carpino; Nabil Saidani; Gianni Lattari; Matia Oliva; Alessio Carmine Tundis; Adberrahman El Ouafi; La "roba" pesante e leggera veniva consumata dagli adolescenti che si ritrovano ogni sera nel centro della città e dagli studenti che al mattino frequentano le scuole superiori. Le indagini sono state condotte dai militari della Stazione Centro guidato dal comandante Renato Morrone. Coinvolti nello spaccio piccoli esponenti del sottobosco criminale legati pure alle consorterie degli "zingari".
Emesso un mandato d'arresto europeo per 3 indagati
Nell'ambito dell'esecuzione del provvedimento cautelare è stato emesso un mandato di arresto europeo per la ricerca e cattura di un indagato residente in un paese dell'Unione, con l'interessamento dei Servizi di Cooperazione Internazionale di Polizia Giudiziaria. Inoltre, si è reso necessario il ricorso alle Compagnie Carabinieri di Teramo, Corsico e Venezia - Mestre per l'esecuzione del provvedimento cautelare nei confronti di tre indagati, tutti localizzati nei rispettivi territori.
Lo spaccio durante il lockdown
L'articolata attività di indagine, avviata in pieno lockdown ed eseguita dai Carabinieri della Stazione di Cosenza Centro, coordinati dalla Procura della Repubblica di Cosenza, ha fatto emergere la disponibilità da parte degli indagati di ingenti quantitativi di cocaina, eroina, marijuana e hashish, una capillare attività di spaccio svolta nella città di Cosenza e in altre città della provincia di Cosenza, anche con l'ausilio di stranieri operanti stabilmente sul territorio cosentino da anni, un numero elevatissimo di consumatori di sostanza stupefacente e, infine, oltre 400 episodi di cessione di droga.
La madre che comprava droga per il figlio
In tale contesto criminale è emblematica la vicenda di una donna attinta dalla misura cautelare degli arresti domiciliari per aver posto in essere, in diverse occasioni, un'attività di approvvigionamento di sostanze stupefacenti nell'interesse del figlio, impossibilitato all'epoca dei fatti a recarsi dai fornitori poiché sottoposto ad un provvedimento restrittivo emesso nell'ambito di un altro procedimento penale.
L'indagine tra intercettazioni, testimonianze e intimidazioni
Nel corso dell'attività di indagine sono stati tratti in arresto nella flagranza del reato 10 indagati e sono stati sequestrati diversi quantitativi di marijuana, cocaina, eroina e hashish. Al fine di documentare la fiorente attività di spaccio di stupefacenti, posta in essere dagli indagati in modo incessante anche nel periodo dell'emergenza COVID, i carabinieri della Stazione CC di Cosenza Centro, oltre all'ascolto di oltre centomila conversazioni, telefoniche ed ambientali, hanno proceduto all'escussione di circa 300 assuntori di sostanze stupefacenti che, confermando i rispettivi acquisti, hanno puntellato il quadro accusatorio emerso nei confronti dei destinatari del provvedimento cautelare. Inoltre, alcuni indagati, anche confidando sulla disponibilità di armi da fuoco, hanno anche realizzato atti di intimidazione in danno dei rispettivi "clienti" per costringerli al pagamento dello stupefacente ceduto.