Cosenza

Lunedì 16 Settembre 2024

Ospedale Annunziata di Cosenza, ennesima aggressione in pronto soccorso

Avrebbe aggredito una guardia giurata e un infermiere colpevoli d’avergli impedito di svolgere il suo “lavoro”. Era nervoso il “saltafila” e così ha dato di matto. È un ruolo molto peculiare quello “saltafila” in “servizio” negli ambulatori del pronto soccorso. Si chiama “saltafila” e tale deve rimanere, altrimenti perde fa faccia e nessuno lo chiama più. Insomma la violenza scoppiata l’altro ieri nel reparto dell’emergenza urgenza dell’Annunziata ha una sua radice illegale e illogica nell’economia dei ruoli e delle funzioni: alcuni istituzionali, altre inventate di sana pianta. È capitato, quindi, che dopo circa due ore d’attesa, un paziente giunto lì (presumibilmente) in codice bianco, stanco d’aspettare s’è rivolto al “saltafila”: il numero ce l’hanno in pochi ma le sue prodezze sono note ai più e in molti casi, c’è chi giura, che sarebbero anche efficaci: sconsigliato «provare per credere». È una figura peculiare il “saltafila”, oltretutto – da quel che si dice in giro – avrebbe dalla sua un discreto curriculum nell’alveo della “guapparia” locale: nulla di che, ma quel che basta per incutere la giusta paura e ottenere i servigi per i cosiddetti “amici degli amici”. Così, l’altro ieri verso le 18, il tipo s’è presentato in pronto soccorso pretendendo di far “agevolare” un paziente che stava lì da un paio d’ore in attesa di un’analisi neanche tanto urgente: che con due medici in servizio e una marea d’accessi – al netto dei drammi della cosiddetta sanità locale – due ore d’attesa, per un fatto non grave, potrebbero anche essere annotate (senza farci l’abitudine, però) nel registro della normalità. Credeva di trovare “tappeti rossi” e salamelecchi il dottor “saltafila” e invece ha incontrato un infermiere che con testardaggine e modi gentili ha tentato di fargli capire che non era proprio quella la prassi da seguire. Una sorta di affronto morale, oltre che professionale, per il “saltafila”, che con altrettanti modi gentili avrebbe spiegato all’infermiere – «ma tu sei nuovo o ti hanno lavato con perlana? Lo sai chi sono io? nessuno ti ha informato in proposito?» – che sarebbe stato saggio lasciargli svolgere il ruolo per cui era stato chiamato, interpellato, scomodato.

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