II dolori del centrosinistra. Una grande area urbana, con servizi amministrativi e di trasporto comuni, è destinata a sorgere entro il febbraio del 2027 dalla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero. Il progetto, inizialmente proposto dalla maggioranza di centrodestra e ora rilanciato con una proposta comune che vede favorevole il Pd, non trova tuttavia il plauso convinto del sindaco del capoluogo bruzio, Franz Caruso, socialista e alla guida di una coalizione di centrosinistra. La coalizione che governa il maggior comune della Calabria settentrionale non appare in linea con i maggiorenti democrats.
La posizione del primo cittadino
«L'idea della nascita della città unica era nel mio programma elettorale» afferma» proprio perchè ritengo la fusione un progetto utile, ma non posso essere d'accordo sul metodo utilizzato. Sono stati esclusi dalle decisioni i consigli comunali delle tre città interessate modificando una legge e mortificando gli eletti. Una decisione del genere deve partire dal basso, coinvolgere tutte le istituzioni territoriali e non può essere imposta così come è stato fatto. È stato impedito ai consigli comunali di autodeterminarsi e non posso accettarlo. Impugnerò pertanto la legge. Salvo che non si faccia un passo indietro tornando al sistema che prevedeva il coinvolgimento delle assemblee municipali della città interessate. Se fosse così mi dimetterei immediatamente per favorire il processo di unione». Ma non è finita. Su input del primo cittadino bruzio è partita una «mobilitazione» di 25 sindaci per l’abrogazione della legge regionale che garantisce alla Regione potere esclusivo in materia di fusione. Una iniziativa che imbarazza gli alleati politici e di giunta Dem di Caruso e i consiglieri regionali del Pd. La frattura è evidente anche perchè la notizia della «mobilitazione» dei 25 comuni è stata diffusa dagli uffici municipali di Palazzo dei Bruzi. Un palazzo dove la forza politica guidata da Ely Schlein governa.
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