La costa Ionica che abbraccia Corigliano-Rossano e Crotone, le due grandi città con territori contigui, continua a segnare il passo per quanto riguarda l’offerta sanitaria ospedaliera, nonostante i proclami di vertici aziendali e regionali, a partire dall’assenza di due reparti fondamentali, in rapporto alla popolazione, nei due ospedali spoke di Crotone e di Corigliano-Rossano, quali emodinamica e pneumologia. Mentre, sempre per lo stesso motivo legato al rapporto tra utenza ed offerta sanitaria, sarebbe necessario ed opportuno, che con la prossima conclusione del nuovo ospedale della Sibaritide, dai vertici aziendali e regionali il nuovo nosocomio venisse caratterizzato come ospedale Hub, per evitare che una volta completata, la struttura possa rivelarsi una scatola vuota. La cruda analisi giunge dal Comitato Jonia Magna Graecia Corigliano-Rossano-Crotone che evidenzia come nello spoke di Co-Ro vi è una commistione di reparti, derivante dalla mancata applicazione, per motivi di mero campanilismo, del piano dell’allora commissario regionale Scura che aveva individuato per i due ospedali dello spoke, Giannettasio e Compagna, un’area medica (fredda) ed un’area chirurgica (calda). Dalla stessa analisi emerge che il documento di pianificazione sanitaria regionale dello scorso mese di marzo ha previsto l'attivazione del reparto di emodinamica a Crotone e la predisposizione dello stesso reparto nello Spoke di Corigliano-Rossano. Ad oggi, però, lungo l'Arco Jonico calabrese non c'è traccia di questo reparto salvavita. E non c’è traccia di un altro reparto vitale come quello di pneumologia, nonostante fosse stato attivato durante la pandemia lasciando senza assistenza adeguata per patologie respiratore, in preoccupante aumento, 400mila abitanti.