L’obiettivo è chiaro quanto il messaggio intimidatorio. Il managment dell’Azienda ospedaliera di Cosenza sarebbe al centro di una pressione criminale in ragione delle risorse che è chiamata a gestire. E le due cartucce calibro 12 caricate a pallettoni fatte trovare in un bagno dell’area del Pronto soccorso, rappresenterebbero lo strumento usato per seminare tensione e paura.
La procura di Cosenza ha disposto una serie di mirati accertamenti per tentare d’individuare l’autore o gli autori della pesante intimidazione dal sapore ‘ndranghetistico (le calibro 12 munizionate a lupara appartengono alla “tradizione” mafiosa calabrese).
Il caso è affidato agli investigatori della Mobile, guidati dal vicequestore Gabriele Presti, che già da ieri stanno rivedendo centinaia di fotogrammi girati dalle telecamere dell’impianto di sorveglianza dell’ospedale dell’Annunziata. I poliziotti scrutano volti e corpi della gente entrata nel nosocomio alla ricerca di ogni elemento utile alle indagini.
Il questore Giuseppe Cannizzaro ha messo in campo le migliori risorse investigative per venire a capo di questa spinosa vicenda preceduta da un altro inquietante epiasodio avvenuto nella notte di domenica scorsa. Qualcuno, infatti, ha tentato di forzare la porta d’ingresso della Direzione generale dell’Azienda Ospedaliera. Un tentativo non riuscito che piuttosto che testimoniare il fallimento di un’azione criminale mal congegnata sembrerebbe essere un preciso “segnale” anticipatorio del successivo e più eclatante attacco. E non sarebbe l’unico.
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