Prima un botto, un rumore come di una esplosione sorda e poi tutto ha tremato. «Abbiamo avuto tantissima paura, ma fortunatamente niente danni a persone o cose». Manuela Labonia, sindaca di Pietrapaola, territorio epicentro del sisma che l’altra notte ha tenuto sveglio tutto il Cosentino, racconta il dramma che ha vissuto un’intera comunità Basso Jonio. Voci del “dopo terremoto”, voci che raccontano la paura, l’angoscia, il ritorno d’antichi timori. A Pietrapaola e Mandatoriccio ieri è stata la giornata dell’inventario, dei controlli, delle ispezioni per scongiurare il peggio. Le scosse sono continuate ma non hanno destato molta preoccupazione. Il peggio, ieri, è sembrato essere passato. Erano le 21.43 di giovedì quando la terra ha tremato con una violenza tale che non ricordava da decenni. Stando ai dati del Dipartimento di Fisica dell’Università della Calabria si è trattato del terremoto «più intenso» degli ultimi 12 anni in Calabria. Un terremoto di magnitudo 5.0 sulla scala Richter con epicentro a circa 3 km a ovest di Pietrapaola, a una profondità di oltre 21 km. Una scossa avvertita in maniera nitida in tutta la Calabria, ma anche fino in Puglia. Alla scossa iniziale è seguito uno sciame di scosse di assestamento che si è protratto per tutta la notte tenendo in apprensione le popolazioni dell’entroterra. A Bocchigliero si sono registrate più di trenta scosse, alcune delle quali hanno segnato anche 2.4 o addirittura 3.1 gradi. A Campana sentite 7 scosse, a Mandatoriccio 6 e Caloveto 5. Attenzionata Pietrapaola, epicentro della scossa di più forte intensità, che ha registrato altre 10 scosse minori nella notte. Per fortuna nonostante l’intensità del movimento tellurico non si sono registrati danni a cose o persone.