È di sicura natura dolosa l’incendio che ha praticamente divorato una parte della pineta della Petrosa, lambendo la Casa Circondariale di Viale Sergio Cosmai e l'aula bunker. Il fuoco ha messo in risalto tutte le pecche di una contrada segnata da ferite inferte da amministratori passati non perfettamente illuminati, soprattutto nel momento in cui decisero di crearci una discarica a cielo aperto continuamente attaccata dal fuoc. Ed è proprio da quella zona che sabato sera si sarebbe mossa la mano dei piromani. Gli incendiari intendevano probabilmente distruggere il campo di calcio posto nella zona, abbandonato con infrastrutture costosissime (300mila euro) devastate dai vandali, vilipese con l'abbandono di eternit e altri rifiuti che, forse, qualcuno aveva la necessità di bonificare proprio con il fuoco. Occorre anche rilevare l'assenza completa di manutenzione del territorio, quindi la necessità di provare a crearci piccoli sistemi anticendio che, nei fatti, avrebbero impedito la distruzione di uno dei polmoni verdi della città e salvaguardato tutte quelle specie di uccelli e la fauna del sottobosco che sono state costrette alla fuga. Una ventina gli ettari di terreno devastati dalle fiamme fermate prima che potessero raggiungere l'area protetta del Parco del Pollino. Tutta la zona della Petrosa è, da oltre un anno, alla base di una iniziativa di carattere regionale che, attraverso la istituzione di una riserva naturale, vorrebbe salvaguardarla anche con l'avvio della bonifica di due bombe ecologiche: la discarica della Petrosa, che si trova su una delle falde acquifere più grandi della Calabria, e l'altra discarica, quella dei pnemuatici andata in fumo nei primi anni del 2000. I copertoni in fase di combustione furono coperti con del terriccio dalle pale dei vigili del Comando provinciale di Cosenza. La gomma, però, arse per alcuni anni con la fuoriuscita di numerose fumarole. Ed è per tutte queste “difficili presenze” che il fuoco doloso di sabato permette una nuova opportunità di verifica, ossia quella necessaria per rivedere il futuro di una superficie presente a ridosso del Parco del Pollino in cui operano tanti imprenditori che nella zona vorrebbero continuare a vivere senza tutte queste difficoltà ed emergenze.