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Cosenza, il messaggio di Checchinato: "Ferragosto, occasione per ritrovare se stessi"

L’arcivescovo si rivolge con speranza anche a chi oggi non potrà festeggiare per lavoro o per disagio. La fiducia nei giovani: "Non avevo mai visto così tanta freschezza e bellezza"

Cosenza s’è svegliata nel fracasso delle partenze con folle, rumori, grida e auto incolonnate già dall’alba. Truppe umane in movimento (si tratta, comunque, della retroguardia della massa che aveva lasciato la città già da giorni), alla conquista della Sila o di un fazzoletto di spiaggia dove piantare l’ombrellone. Sognavano tutti Ferragosto come una liberazione, lo aspettavano e sono andati ad incontrarlo fuori città come per un richiamo definitivo e irrinunciabile. Il relax è la rivincita di uomini e donne stremati da mesi di routine, di acrobati del lavoro e delle corse contro il tempo, di attori di una vita che contorce le labbra e riempie di rabbia. Persino oggi si correrà per accaparrarsi il posto migliore dove piazzarsi con il barbecue per la tradizionale grigliata dopo aver posteggiato l’auto all’ombra.
Ferragosto è anche giorno di festa per la Chiesa che celebra l’Assunta. L’arcivescovo Gianni Checchinato non si sofferma sul dogma della liturgia preferendo soffermarsi sul senso della festività e della vacanza: «C’è bisogno di riposo per tutti. Anche se, qualche volta, c’è il rischio di non vivere fino in fondo il senso delle vacanze perché non riusciamo a fermarci. Corriamo sempre. Nel Vangelo c’è una frase che Gesù rivolge ai suoi discepoli: “Venite in disparte e riposate un po’”. Ecco è il Signore a indicarci la strategia per “staccare” sul serio: stare con lui, insieme agli altri compagni di strada, quelli con cui si condivide la vita quotidiana, in un luogo solitario che può essere anche la propria abitazione. Del resto, l’esempio ci viene da Papa Francesco. Lui ha abolito le vacanze, non va a Castel Gandolfo ma resta a casa. Ed è lì che si riposa. Dunque, lo stare in disparte è quel luogo, quello spazio, quel tempo, dove poter ritrovare se stessi, ritrovare qualche amico, rivedere qualche persona cara».
Cosenza, a metà mattina, sarà già sola, immersa in un silenzio irreale con negozi chiusi e strade vuote. Un altrove con rare presenze d’umanità sofferente, “sopravvissuti” al rito delle partenze, quelli che per lavoro o per disagi non si muoveranno. Ci sono carabinieri, poliziotti, finanzieri, vigili del fuoco, medici ospedalieri, servitori della collettività che non possono andare in vacanza. E ci sono, poi, tutti quelli che sono arrivati all’incontro con Ferragosto in condizioni di difficoltà, perché vivono dentro situazioni di estrema sofferenza.

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