Cosenza

Lunedì 25 Novembre 2024

L’allarme del Sappe a Castrovillari: personale ridotto e difficoltà a gestire i detenuti facinorosi

Il carcere di Castrovillari

Sistema carcerario in emergenza. Il Sappe, infatti, pensa alla sicurezza delle carceri, a Castrovillari come a Rossano, ma anche a Catanzaro dove, e questo solo qualche settimana fa, ben 9 agenti hanno dovuto far ricorso ai sanitari. Sullo sfondo ci sono i due incendi che hanno sconvolto il carcere di contrada Petrosa. Tutto in un mese. Gravi danni cagionati alle infrastrutture dell’impianto carcerario del Pollino. «Diciamo – ha spiegato Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) – che il carcere di Castrovillari è tra i più tranquilli perché gestito bene e non sono state registrate particolari lamentele. Resta, però, il problema del personale e la capacità di affrontare i detenuti più facinorosi: si tratta di una emergenza comune a molti istituti insieme alla gestione dei malati di mente. Per loro sarebbe indicata la creazione di postazioni dedicate». Gli ultimi due incendi, in particolare al carcere di Castrovillari, hanno acceso i riflettori su iniziative di tutela che sarebbe opportuno adottare per salvaguardare l’attività degli agenti della penitenziaria, evitando, poi, i tumulti registrati nel periodo estivo, vale a dire nel momento in cui la temperatura esterna sale vertiginosamente e aumentano le distanze dei detenuti con le loro famiglie e il mondo esterno. «Recentemente, va detto, sono state implementate le strutture dedicate alla sicurezza degli agenti e dei detenuti. Perché siamo arrivati a circa 1.800 aggressioni in tutta Italia. Non è chiaro se il fenomeno sia o meno collegato a tutto il sistema carcerario, tra l’altro in fase di valutazione a livello ministeriale e governativo per via di una lenta destrutturazione: celle aperte e detenuti semi liberi indipendentemente da come si comportano; vigilanza a distanza poco efficace con progressiva riduzione del personale in forza alla polizia penitenziaria. Stiamo chiedendo alla politica nazionale – ha spiegato l’esponente del Sappe – di dotare la polizia penitenziaria di Taser o di un altro strumento simile, in modo da poter fronteggiare adeguatamente i soggetti violenti; di dotare gli agenti, ovviamente dove necessario e dove ci sono rivolte; di caschi e altro sistema di difesa, poiché molte volte non si viene autorizzati all’uso di questi strumenti di protezione. Ma ci sarebbe anche il bisogno e l’esigenza di creare le unità di crisi capace di intervenire rapidamente sul territorio quando ci sono sommosse importanti. Soprattutto quelle che non si riesce a gestire a livello locale».

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