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L’effetto della globalizzazione a Cassano: i migranti occupano gli spazi lasciati da chi abbandona il borgo

I piccoli vengono accolti sotto l’ala protettrice di nonne: il linguaggio dei gesti, degli sguardi e dei sorrisi accompagna il dialetto, l’italiano e le lingue native

Il centro storico cittadino si configura sempre più come esempio di melting pot dove si incontrano diverse culture da quella dei locali a quelle dei tanti extracomunitari che, per lavoro e per fuggire dalle guerre, si sono rifugiate (anche) nei centri storici calabresi tra cui quello di Cassano. La Città delle Terme, infatti, insieme a quella di Corigliano-Rossano è capitale della Piana di Sibari, uno dei due polmoni agricoli produttivi dell’intera Calabria (l’altro è la gemella Piana di Gioia Tauro-Rosarno) dove coltivano eccellenze esportate in tutto il mondo. Ma, a causa della denatalità che ha colpito tutto il Paese e lo spopolamento lavorativo che ha portato alle grandi migrazioni verso il nord o l’estero, anche il borgo antico cassanese è diventato dimora di tantissimi extracomunitari arrivati in Italia in cerca di fortuna e lavoro. Un melting pot, appunto, che ha invaso il centro storico: un dedalo di vicoli e “vanelle” che si aprono inaspettatamente in piccole piazzette, spesso collegate tra loro.

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