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Cosenza, il “tesoro” nascosto nel trolley e il ruolo dell’ex cognato del boss

Un armadio di fattura artigianale domina l’unica camera da letto di un anonimo appartamento posto in piazza Thuri Thurium nella zona dello stadio di Cosenza. Dentro c'è un trolley di colore scuro, chiuso. Dentro, però, non vi sono indumenti ma 389.000 euro in banconote di taglio diverso. L'abitazione è in uso a un operaio incensurato, una sorta di insospettabile se non fosse l'ex cognato di Roberto Porcaro, uno dei componenti di vertice delle cosche confederate locali. L'operaio si chiama Salvatore Guido, ha 41 anni e non s'aspetta l'improvvisa irruzione dei carabinieri della compagnia cittadina. I militari del tenente colonnello Antonio Quarta entrano nell'immobile nel dicembre dello scorso anno, perquisiscono tutti gli ambienti e trovano il "tesoro". Guido non offre spiegazioni credibili. E finisce nel mirino della Procura distrettuale di Catanzaro, guidata da Vincenzo Capomolla. Già, perché la sorella, Silvia Guido, è dentro per 'ndrangheta: i pm antimafia Vito Valerio e Corrado Cubellotti l'hanno fatta arrestare nel 2022 nell'ambito della maxinchiesta "Reset" insieme ad altre 200 persone. La Guido più volte era comparsa in casa di Francesco Patitucci per parlare con il padrino e con la ex compagna, Rosanna Garofalo. I magisttrati sostengono che ricevesse uno stipendio per i servigi resi all'organizzazione mafiosa. Nell'indagine "Recovery", scattata invece quest'anno, figura come la detentrice d'ingenti somme di denaro. L'indagine ricostruisce, peraltro, tutti i lucrosi affari svolti dalla 'ndrangheta cosentina nel campo del traffico della droga.
La donna, a parere del pubblici ministeri, mantiene contatti costanti con Antonio Illuminato - uno dei “colonnelli” di Patitucci - e con Salvatore Ariello e Mario Piromallo.
Gl’investigatori intercettano tutto: messaggi, conversazioni, spostamenti e registrano la consegna da parte della Guido, nel marzo ed aprile del 2021, a Illuminato e ad altri accoliti di somme di denaro ammontanti complessivamente ad oltre 50.000,00 euro. L'ex donna del boss Porcaro, poi protagonista di un finto pentimento bocciato dalla Dda catanzarese, sembra insomma avesse assunto un ruolo significativo. Un ruolo costato ora l'incriminazione al fratello, Salvatore, che viene indicato dai magistrati inquirenti in combutta con lei. L'uomo avrebbe aiutato la sorella a custodire il denaro. Una conmtestazione aggravata dal metodo mafioso, visto il contesto. L'operaio, mai arrestato, è difeso dagli avvocati Giorgia Greco e Tania Argerò. Si protesta innocente e gli è stato notificato un avviso di chiusura delle indagini preliminari. Silvia Guido, invece, è ancora detenuta: pure lei respinge tutte le accuse. E aspetta l'esito dei processi in corso e di quelli che veranno.

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