Un mondo in subbuglio. I penitenziari della nostra provincia testimoniano una sempre più complessa situazione che riguarda l’universo carcerario. Le aggressioni dei poliziotti, le proteste dei detenuti, l’ingresso di droga nelle celle, l’uso di telefonini cellulari fatti entrare nelle case circondariali rappresentano plasticamente l’emergenza che investe il comparto. L’ultimo episodio grave ha riguardato un sovrintendente della penitenziaria aggredito da un detenuto a rischio proveniente da un altro istituto. Durissimo il commento del segretario generale del Sappe, Giovambattista Durante: «Non è possibile che un detenuto che viene trasferito da un istituto perché ha aggredito un agente venga assegnato in una struttura che non ha la sezione chiusa, ex art 32 dell'ordinamento penitenziario, perché in ristrutturazione. Chiediamo quindi al capo del Dipartimento di verificare e se dovesse risultare vero quali siano state le dinamiche che avrebbero portato a tale inadeguata decisione. Ovviamente, chiediamo che simili inadeguate scelte vengano fatte in futuro, in situazioni analoghe». Venti detenuti, intanto, compariranno a giudizio davanti al Gup di Castrovillari domani con l’accusa di aver utilizzato due telefonini nel 2022 all’interno della struttura detentiva di Rossano. Altre 76 persone, tra detenuti e personale penitenziario, hanno ricevuto avviso di chiusura delle indagini preliminari in ordine a quanto accaduto nel carcere di Siano in relazione all’uso di cellulari e allo spaccio di stupefacenti. Tra gli indagati, che rischiano ora il rinvio a giudizio, 12 sono cosentini, tra cui un avvocato. E pure nel carcere di Paola si sono registrati, negli ultimi due anni, aggressioni al personale e ritrovamenti di cellulari. . La dimensione delle difficoltà che vive il mondo del carcere a causa del sovraffollamento e della carenza di personale destinato alla sorveglianza dei reclusi, è testimoniato dalle ripetute denunce fatte dal Garante regionale per i detenuti, l’avvocato cosentino Luca Muglia. «Cosenza ha un problema di sovraffollamento e di carenza di agenti cui si aggiunge la presenza massiccia di detenuti con patologie legate a fragilità mentali, ciò perchè è uno dei pochi istituti che dispone della presenza di uno psichiatra. Ecco, questi tre elementi messi insieme» spiega Muglia «determinano una sorta di miscela esplosiva». Il garante snocciola pure dei dati inequivocabili: «Rispertto alla capienza prevista vi sono 67 detenuti in più, mentre riguiardo all’organico della Penitenziaria 42 unità in meno.