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Cosenza, traffico nel caos: scomparsa l’idea della bretella al ponte di Calatrava

L’orizzonte di Cosenza sorge e tramonta in mezzo al caos dei nomadi del volante. Migranti che, sin dall’alba, si muovono dalle proprie abitazioni verso le scuole e gli uffici che sono concentrati tra il centro e il centro storico. Il viaggio su strade ingolfate è la sorte, normale e universale, dei cosentini che hanno scelto di vivere in periferia (o fuori dal perimetro urbano). Il delirio dell’automobilista è come un nastro che si stende da via Lupinacci ai Due Fiumi, i seicento metri più lunghi d’Italia. E dentro l’unica corsia afflitta del viale Mancini, si rischia di restare anche quarantacinque minuti. Un imbuto che, ogni giorno, distilla gocce di smog verso il cuore della città.
Quella cruna troppo stretta diventa impraticabile durante le ore di punta che non sono più fisse come prima. La concentrazione di vetture e di smog varia al variare di fattori importanti come può essere il transito di autobus urbani e di linea o di mezzi pesanti carichi di merce in consegna alle attività commerciali. I disperati in coda stringono con rabbia un volante tra le mani fino a rischiare di spezzarlo. Il clacson, allora, diventa strumento di sfogo con alti e bassi e disegna diagrammi d’inciviltà che possono fiorire all’improvviso. Conquistare il centro è una sfida avvincente dall’esito non del tutto scontato.
Cosenza è restia ad abbandonare le auto (secondo l’ultimo rapporto di Legambiente, sulle strade cittadine circolano 73 auto ogni 100 residenti) e gli effetti di questo attaccamento al mezzo privato riverberano lungo via Popilia, via 24 Maggio e, soprattutto, via Misasi, soprattutto, dopo i “correttivi” di Palazzo dei Bruzi. Il progetto della nuova viabilità s’è infranto sugli scogli della riapertura delle scuole e la ripresa delle attività dopo la pausa estiva. Cosenza è sembrata diversa con più auto e più caos.
I consiglieri di opposizione denunciano: «Quattro mesi addietro la nostra attenzione venne rivolta agli stravolgimenti dei sensi di marcia nel quadrilatero che perimetra il cuore di via Misasi, all’indomani della distruzione dell’isola pedonale costruita per volontà dell’allora primo cittadino Mario Occhiuto dinanzi agli edifici scolastici “Zumbini” e “Plastina-Pizzuti”. Oggi, il nostro interessamento, pur partendo dal caos veicolare che ogni giorno puntualmente si verifica nel centro di Cosenza, riguarda complessivamente l’intera città, perché è dallo scorso lunedì 16 settembre, data di riapertura delle scuole, che l’intera Cosenza sembra essere esplosa sotto un’assordante quanto insopportabile cappa di clacson e fumi nocivi».
L’opposizione al completo Caruso, Cito, D’Ippolito, Dodaro, Luberto, Lucanto, Ruffolo, Spadafora e Spataro, accende i riflettori sull’enigma dell’incompiuta: «Che fine ha fatto l’annunciata realizzazione della bretella di prolungamento di via Reggio Calabria, strada che scorre parallela a via Popilia? Lui sa bene di aver ereditato dalla giunta che lo ha preceduto ben tre appalti relativi ad altrettanti lotti che completano quel percorso. Appalti che da quando la giunta attuale si è insediata non hanno visto alcun atto di evoluzione né procedurale né, tantomeno, operativo».

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