Cosenza

Mercoledì 25 Settembre 2024

Cosenza "Città unica", Bevacqua (Pd): «Posizioni strumentali»

Mimmo Bevacqua

Oggi il gruppo regionale del Pd ha organizzato un incontro sulla futura fusione del capoluogo con Rende e Castrolibero. Tra i democrats si registrano sulla questione posizioni diverse che appaiono, a tratti, quasi inconciliabili. Lo strappo più evidente riguarda il circolo cittadino e la rappresentanza in giunta del partito con i rappresentanti regionali, la segreteria provinciale e il presidente del consiglio comunale. È per questo che abbiamo posto alcune domande a Mimmo Bevacqua che guida la delegazione Dem a Palazzo Campanella. Bevacqua l'iniziativa sulla città unica che significa? «È un’iniziativa molto importante per il futuro dei Comuni coinvolti e ha più di un significato. Intanto va nuovamente rimarcato che Pd non è e non sarà mai contro il progresso e contro le grandi ed epocali riforme. E contro questa in particolar modo, considerato che la città unica è stata auspicata da noi in tempi non sospetti. Subito dopo l’iniziativa ha anche un altro significato. Il Pd in consiglio regionale, unica sede in cui si può scrivere o non scrivere la storia delle leggi calabresi, ha impedito un vero e proprio agguato normativo che avrebbe voluto arrivare alla fusione per coercizione in tempi drammaticamente accelerati. Volevano sciogliere in un batter d'occhio Cosenza, Rende e Castrolibero entro febbraio 2025. Calpestando il rispetto e il ruolo dei consigli comunali e il buon senso. Lo abbiamo impedito. Se ne parlerà nel febbraio del 2027 e non dia retta a chi sostiene strumentalmente che la mozione trasversale in Consiglio è solo un impegno verbale e non normativo. È formale invece, e sarà impossibile non tenerne conto. Come si fa a ritenere carta straccia un documento approvato dalla stragrande maggioranza dei capigruppo e che vede come garante il presidente del Consiglio regionale?» Tra gli invitati al convegno figura pure il sindaco Caruso che sta promuovendo ricorso al Tar: che pensa della sua posizione? «Certo che è invitato il sindaco della città più importante, ci mancherebbe. Del resto il sindaco sa bene che prima di proporre lo slittamento della legge sulla fusione in Consiglio regionale abbiamo avuto, insieme al collega Iacucci, un’interlocuzione con lui e il presidente del consiglio comunale Mazzuca che ha portato all’elaborazione del documento sostenuto dal gruppo regionale. Poi si sa, il posizionamento tattico fa gioco e risponde ad altre logiche, ma noi siamo il Pd. Siamo stati da lui perché è giusto e razionale che sia così. Invitarlo è il minimo per un partito riformista come il nostro anche perché il Pd è parte fondamentale della sua maggioranza. Non entro nel merito del ricorso del Comune di Cosenza al Tar, si tratta di un fatto tecnico e avranno avuto delle ragioni per farlo. Poi toccherà ai giudici decidere nel merito. Il dato politico però è un altro e cioè che Caruso è il sindaco della città principale ed è impossibile non vederlo coinvolto nelle nostre iniziative. Come del resto abbiamo sempre fatto. Certo non abbiamo capito pienamente le sue critiche alla nostra iniziativa in consiglio regionale, anche se una idea ce la siamo fatta...» Il Pd cosentino è contrario alla città unica: possibile che non si sia trovata una sintesi con voi? Chi rema contro? «Ecco, appunto. L'idea di cui sopra. È una posizione strumentale che prova a coinvolgere anche il sindaco. È la solita vecchia lotta di posizione interna che ormai è antistorica nelle sue stesse finalità. Il Pd è uno solo e neanche basta. Figuriamoci se può permettersi lusso di dividersi in brandelli municipali. C’è il Pd territoriale e poi c’è quello in Consiglio regionale dove peraltro si fa sintesi e si difendono o propongono leggi. Altro non può esserci e tanto Schlein, quanto Irto questo lo sanno bene...» Ci sarà davvero la fusione? E perché è importante per il futuro dell'area del capoluogo? «Io penso che ci sarà. Se lavoriamo tutti per il bene dei cittadini ci sarà. Non nei tempi stressanti immaginati dal governo regionale ma ci sarà. Vorrei ricordare che di fatto c'è già, per strada, da decenni. Si vive una unica città dagli anni Ottanta. Si tratta di unire servizi e vantaggi in un disegno urbano che non mortifichi le peculiarità e tradizioni. È un lavoro delicato, complesso e nevralgico per il futuro dei Comuni coinvolti. Un processo che, di certo, non poteva vedere il Pd fuori da giochi e infatti abbiamo scelto di esserne protagonisti».

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