Chiude la ferrovia jonica, niente servizio sostitutivo e i pendolari restano a piedi tra le proteste. Due settimane fa Rete Ferroviaria Italiana, società del Gruppo FS, annunciava la sospensione della circolazione dei treni tra Sibari e Crotone da lunedì 16 al 19 gennaio. La società ha spiegato che questo provvedimento si rendeva necessario poiché erano in programma «importanti interventi di upgrade tecnologico e potenziamento infrastrutturale sulla linea Ionica» e questa interruzione della viabilità sarebbe stata utile a consentire l’operatività dei cantieri».
Nel frattempo RFI ci ha tenuto a specificare che era prevista una rimodulazione del servizio regionale con corse bus tra Sibari e Crotone la quale prevedeva «per i viaggiatori Intercity tra Sibari e Catanzaro Lido un servizio bus che effettuerà fermate a Cropani, Botricello, Crotone, Cirò, Cariati, Rossano e Corigliano Calabro. I posti disponibili sui bus, che aumenteranno i loro tempi di percorrenza in relazione anche al traffico stradale potranno essere inferiori rispetto al normale servizio offerto, si consiglia pertanto di valutare la ripianificazione del proprio viaggio». Fin qui nulla da obiettare se non fosse che questa pianificazione sostitutiva pare faccia già acqua da tutte le parti. Ma andiamo al punto. «Venerdì 20 – racconta G. B., utente che ha vissuto e denunciato il disservizio – ero di ritorno da Roma sul treno Frecciarossa che ha come capolinea Sibari. All’arrivo, alle 10:45, avrei dovuto raggiungere, come di consueto, Corigliano-Rossano ma nel pianificare quest’ultima parte del viaggio mi sono reso conto che non c’era più la coincidenza e, cosa ancora più grave, neanche il servizio bus sostitutivo. L’unica corsa utile – ma di fatto inutile – era prevista per le 4:40. Se non avessi avuto qualcuno disposto a raggiungermi a Sibari avrei dovuto aspettare fino all’alba». Un chiaro caso di come continui a risultare complicato, rischioso e per nulla agevole nonostante sia l’unico treno veloce della Jonica. Sul caso è intervenuto anche il consigliere regionale del M5S Davide Tavernise. «Voglio augurami – tuona il capogruppo dei pentastellati – che si sia trattato di un mero errore di pianificazione e che il problema si risolva in tempi molto brevi. Perché sarebbe inaccettabile, altrimenti, pensare ad una organizzazione così fallace per un servizio così importante qual è quello relativo al trasporto pubblico». Per Tavernise (e per i pendolari) sei ore di attesa di notte in una stazione ferroviaria deserta non sono una prospettiva felice per nessuno.
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