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Potabilizzatore a Cassano, l’impianto di Sibari era privo di manutenzione

Le relazioni tecniche confermano lo stato d’abbandono. Confermati i dubbi sulla rete idrica dei Laghi

Questione potabilizzatore dei Laghi di Sibari: sono arrivate le prime due relazioni dei tecnici, pesanti e angoscianti, che confermano lo stato abbandono e la mancanza di interventi all’impianto. Nella relazione redatta dall’Ingegnere Maurizio Gimigliano, specializzato nel trattamento delle acque, emerge come già sulla prima vasca posta all’esterno del sito in cui è alloggiato l’impianto esistente, dove si raccoglie l’acqua che arriva dai pozzi artesiani, si notano tutta una serie di problemi importanti in quanto «la stessa – si legge nella relazione – è completamente aperta a parte un tetto e facilmente inquinabile sia da persone che animali in quanto non esiste alcuna zona di rispetto come indicato dalla legge. Oltretutto appare sporca, con presenza di crescite algali e con depositi importanti al punto che l’impressione è che sulla stessa non sia mai stata effettuata una manutenzione. Probabilmente il pensiero di chi gestiva l’impianto era che tanto, dosando ipoclorito di sodio come agente ossidante, tutto sarebbe stato contenuto. Ciò che si è trascurato è che più cloro si utilizza più sottoprodotti si formano. Questi sottoprodotti della clorazione sono cancerogeni quindi, come indicato dalla legge 18/23, dovrebbero essere ridotti al minimo». Analizzando l’impianto di potabilizzazione all’interno si comprende che «la filosofia di un dosaggio “selvaggio” è normalità in quanto non esistono sistemi di controllo e regolazione delle pompe dosatrici utilizzate». Altri elementi evidenziati: filtri chiarificatori e carboni attivi non funzionano: «Gli automatismi degli stessi – si legge ancora – appaiono non funzionanti non garantendo quindi il lavoro a cui sono deputati» tradotto: l’acqua non si depura come dovrebbe. Idem per il carbone attivo non sostituito e, quindi, inutili. La relazione evidenzia: perdite e rattoppi sugli impianti, vasche in acciaio poco manutenzionate con presenza di ruggine e sporcizia. Segni che, per gli esperti, «permettono di immaginare le modalità di gestione utilizzate». La relazione dell’ingegnere Gimigliano evidenzia tutti gli interventi necessari e da attuare nel brevissimo tempo e ai quali si sta provvedendo. Sulla stessa lunghezza d’onda è la formale diffida che l’impresa Teodoro D’Ambrogio, anch’essa specializzata in potabilizzazioni, nei giorni scorsi ha inviato all’associazione Laghi di Sibari sottolineando che ha solo eseguito alcune riparazioni di manutenzione ma dalle lavorazioni è rimasto escluso qualsiasi intervento specifico sul funzionamento dell'impianto di potabilizzazione. «Anzi – si cita testualmente – in tale documento si è evidenziata pure l'impossibilità di procedere con alcune necessarie riparazioni».

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