La sanità sempre più giù, problemi a San Giovanni in Fiore: all'appello mancano quattro branche mediche
Lo “smottamento” della Sanità pubblica che da decenni nessuno riesce a frenare continua. Le ultime riduzioni tra fine settembre e gli inizi di quest’ottobre alla Specialistica ambulatoriale: settore operoso ed efficiente e che da diversi lustri dà risposte a centinaia di pazienti, sopperendo non poche volte pure alle lacune ospedaliere determinatesi negli anni per il depauperamento di reparti, servizi e personale. Sono venute meno altre 4 branche mediche: Urologia, Reumatologia, Ortopedia, e Odontoiatria. Volendo si può inserire - senza far torto alla verità - il dermatologo: la cui agenda di prenotazione è colma sino a tutto il 2025. Lo specialista, infatti, è a San Giovanni un giorno al mese per visite, mentre un altro accesso è dedicato ad interventi programmati: come può, quindi, non essere prolissa la lista delle attese, sulle quali pare che voglia imprimere una svolta la premier del Governo, Giorgia Meloni. Attese insopportabili, che indirizzano l’ignaro utente a rivolgersi al privato. Difficoltà vere della sanità pubblica o, piuttosto, figurazione sottaciuta per “affidare” la sanità al privato e quindi alla logica del profitto, piuttosto che garantirla a tutti come recita la nobile legge di Riforma 833/78? Tuttavia, se la Specialistica annaspa, non va meglio l’attività ospedaliera: un tempo gemma di sanità pubblica al punto che “richiamava” pazienti da oltre provincia e anche di altre regioni, ed ora ridotto davvero all’osso. Infatti, la Radiologia (che da sempre è stata puntuale e zelante) da qualche settimana è rallentata e non riesce più a realizzare i numeri di prestazioni delle scorse settimane, al punto che l’utenza preferisce rivolgersi presso privati (mettendo anche a rischio la stabilità del servizio). Radiologia che, per “effetto domino”, genera problemi all’Oncologia, diretta dall’esperto Antonio Caputo, coadiuvato dal collega Sarino Scalise. Infatti, da diverse settimane non si trovano posti per esami strumentali né con il responsabile Caputo né con l’oncologo Scalise, i quali garantiscono gioco-forza solo i pazienti in carico al reparto.