Cassano, indagini sul duplice omicidio Scorza-Hedhli: Paolo Cantore conferma le accuse a Faillace
Duplice omicidio Scorza-Hedhli: si attendono gli esiti dell’incidente probatorio nel corso del quale la difesa di Francesco Faillace ha potuto interrogare Paolo Cantore, figura principale su cui si basa l’accusa che vedrebbe il 41enne cassanese essere uno dei due autori del duplice omicidio, mentre la chiusura delle indagini appare sempre più vicina. Maurizio Scorza, all’epoca dei fatti di 47 anni, si trovava insieme alla compagna tunisina, Henene Hedhli, 38 anni. Era il 4 aprile 2022 quando l’uomo venne freddato in un fondo agricolo al confine tra Castrovillari e Cassano con due colpi mentre la donna fu trucidata con dodici pallottole esplose da distanza ravvicinata. I giudici catanzaresi, su richiesta del pubblico ministero della Dda di Catanzaro, avevano concesso al collegio difensivo di Faillace la possibilità di interrogare Cantore in breve tempo perché la prova richiesta è rilevante per la decisione dibattimentale ormai prossima. Secondo quanto emerso nelle ultime ore la difesa avrebbe messo sotto torchio Cantore per far emergere tutte le incongruenze del racconto del 55enne di Sibari, che viene indicato ufficialmente come testimone di giustizia, trasferito in altra sede per protezione. Il testimone di giustizia ha però confermato tutto. Le accuse a Faillace da parte dell’antimafia, rappresentata nel procedimento dal pm Alessandro Riello, nascono proprio dalle dichiarazioni di Paolo Cantore, meccanico e piccolo imprenditore residente nella frazione di Sibari, il quale ha rivelato ai carabinieri di aver prestato la sua Suzuki a Francesco Faillace, auto comparsa poi sul luogo del delitto e rilevata dalle telecamere. Quest’ultimo, secondo la testimonianza di Cantore, avrebbe giustificato tale richiesta con la necessità di realizzare alcuni lavori agricoli. Ma per chi indaga la verità è un’altra. Secondo la Dda, Faillace si sarebbe recato nella masseria di Francesco Adduci, già condannato a 21 anni di carcere in primo grado, per uccidere Scorza. Per la Dda di Catanzaro sarebbe stato proprio Adduci a prendere parte al delitto attirando Scorza nella trappola mortale con la scusa di regalargli un agnello da consumare a Pasqua. Un proposito criminoso «poi concluso da soggetti ancora ignoti ma appartenenti alla ‘ndrangheta che sta mettendo a ferro e fuoco la Sibaritide. Quella stessa ’ndrangheta che pensava di compiere l’ennesimo il delitto perfetto, ma non è andata così». Secondo il pm, «Adduci conosce i volti e i nomi di coloro che hanno compiuto il duplice omicidio».