Cosenza e la città unica: il sindaco Caruso ritrova la maggioranza e rilancia il ricorso contro il referendum
La Città unica, i due “documenti” e il referendum. Il centrosinistra cosentino è diviso sulla fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero. Da un lato la giunta guidata da Franz Caruso e una parte del Pd bruzio, dall’altra il Partito democratico regionale schierato a favore del progetto di unificazione e promotore della risoluzione e poi dell’emendamento condiviso dalla quasi totalità del consiglio calabrese (un solo astenuto e un voto contrario). E quanto la frattura stia dividendo la maggioranza di centrosinistra che governa il capoluogo della Calabria settentrionale si evince dall’approvazione di due documenti, a poco più di 24 ore di distanza l’uno dall’altro, da parte di una pattuglia di consiglieri municipali. Caruso e il suo esecutivo hanno annunciato un ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro il referendum consultivo che il presidente della giunta calabrese, Roberto Occhiuto, si appresta a convocare proprio sulla base dell’accordo proposto dai democrats a Palazzo Campanella e condiviso da tutto il centrodestra. Venerdì scorso 12 consiglieri di maggioranza e l’autonoma Bianca Rende avevano diffuso un testo con cui auspicavano la nascita del nuovo grande comune e, di fatto, sembravano prendere le distanze dall’amministrazione municipale bruzia. Ventiquattrore dopo, probabilmente a seguito di un duro confronto con il primo cittadino, i 12 della maggioranza hanno aggiustato il tiro e confermato piena fiducia nel sindaco e nella sua scelta di ricorrere ai giudici amministrativi. Il secondo documento non è stato però firmato da Bianca Rende che rimane, dunque, sulle originarie posizioni. La spaccatura aveva spinto la minoranza del centrodestra a chiedere ai “dissidenti” (poi rientrati) di sollecitare Caruso a rinunciare al ricorso alla giustizia amministrativa. L’appello delle oposizioni è caduto nel nulla.