
«I dirigenti medici responsabili della Direzione sanitaria e il responsabile dell’Ufficio tecnico, andando alla ricerca di locali per gli uffici della stessa Direzione sanitaria, hanno pensato bene di penalizzare il reparto più scalcinato e più bisognoso di urgenti lavori, frequentato da pazienti “deboli” clinicamente, che ritenevano, stoltamente, che avrebbero subìto, ancora, passivamente». È quanto denuncia, in una lettera inviata alla segreteria regionale dell’Aned (Associazione nazionale emodializzati), un gruppo di pazienti dializzati presso l’ospedale “San Francesco” di Paola, relativamente a quanto sta avvenendo, da alcuni giorni.
Da lunedì scorso, presso questo reparto del nosocomio paolano sono, infatti, iniziati alcuni lavori, finalizzati a quella che i firmatari della lettera hanno definito «una nuova ridistribuzione dei locali, che prevede una sottrazione di spazi, nonché un grave disagio e danno per i pazienti e gli operatori del Centro di dialisi, già fatiscente e martoriato, ma unico del Tirreno cosentino dove si effettuano anche le dialisi d’urgenza e per pazienti ricoverati nei vari reparti ospedalieri. Dopo tante promesse, progetti, sopralluoghi, a turno, di tutti gli ingegneri dell’Asp - si legge poi nella lettera - pare che sia stato già deliberato, con fondi già stanziati, il rifacimento del Centro di dialisi, secondo normative pertinenti e più sicure. Ebbene, questi locali, adesso, sono stati destinati agli uffici della Direzione sanitaria, con un atto inaspettato e scellerato, del quale sono, appunto, autori i dirigenti medici responsabili della Direzione sanitaria e il responsabile dell’Ufficio tecnico. Il nostro reparto di dialisi - hanno poi ricordato i pazienti dializzati firmatari della lettera - è “provvisoriamente” accampato, da circa 25 anni, in locali che erano destinati a degenza ospedaliera».

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