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Città unica Cosenza, domani udienza al Tar

I giudici amministrativi esamineranno la richiesta di sospensiva del referendum avanzata da associazioni e politici di Rende. Contro il ricorso costituiti in giudizio il presidente della Giunta Occhiuto, i consiglieri regionali e alcune associazioni favorevoli alla fusione. La consultazione popolare fissata il 1 dicembre

Il giorno più lungo. E la via giudiziaria contro la “Città unica”. Il Tribunale amministrativo regionale di Catanzaro (Prima sezione) ha fissato per domani l’udienza per la discussione della “sospensiva” sulk referendum consultivo richiesta da associazioni rendesi, ex consiglieri comunali e cittadini.
In giudizio si costituiranno per difendere la decisione regionale dell’istituzione della Città Unica di Cosenza, Rende e Castrolibero, gli avvocati Oreste ed Achille Morcavallo, in rappresentanza dei consiglieri regionali, Luciana De Francesco, Sabrina Mannarino, Pietro Santo Molinaro, Pierluigi Caputo, Pasqualina Straface, Katia Gentile, Giuseppe Graziano e Gianluca Gallo e per alcune delle associazioni, intervenute nel corso delle audizioni, fissate dalla Commissione regionale Affari Istituzionali , per la discussione preliminare alla normativa, tra cui il Comitato Nuova Cosenza – per il Sì alla Città unica, fondata dall’avvocato Michele Arnoni e presieduta dall’avvocato. Bruno Puppio.
Il referendum consultivo è stato fissato dal presidente della giunta regionale, Roberto Occhiuto, per il prossimo primo dicembre. Sulla fusione tra il comune capoluogo e quelli di Rende e Castrolibero hanno trovato un accordo la maggioranza di centrodestra e il Partito democratico attraverso l’approvazione di una risoluzione e la proposizione di un successivo emendamento proposti dal gruppo regionale dei Dem, presieduto da Mimmo Bevacqua. L’accordo prevede l’assoluta centralità della consultazione popolare di dicembre il cui risultato vincolerà la prosecuzione del progetto. La risoluzione concordata dal centrodestra e dai democrats ha trovato la quasi totalòe condivisione del consiglio regionale il 26 luglio scorso con un solo astenuto e un solo voto contrario.
Il ricorso presentato contro la consultazione referendaria si basa sulla necessità di sentire i Comuni interessati, tramite la previa adozione di apposite delibere consiliari e sulla contestazione del referendum contestuale negli enti interessati. Insomma, la Regione avrebbe, a parere dei ricorrenti, creato un vulnus democratico saltando de plano le assemblee municipali delle tre città interessate che avrebbero voluto e potuto pronunciarsi attraverso voto palese.
Al ricorso, come detto, si oppongono la Regione, i Consiglieri regionali, difesi dagli avvocati Morcavallo che sostengono, a loro volta, l’inammissibilità e l’infondatezza del ricorso, in quanto proposto contro legge regionale non sindacabile dal Tar ma al più dalla Corte Costituzionale e poi la conformità della normativa approvata, sulla base delle prerogative, fissate dalla Costituzione, in capo al Consiglio Regionale.

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