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Acqua contaminata e maleodorante, c’è un pezzo di Cosenza in... punizione

L’acqua è un eterno mistero a Cosenza. Un’acqua che compare e scompare, che fa litigare anche la politica che non riesce a trovare una soluzione. Da anni si parla di tubi, pozzetti, fontane e fontanieri, perdite e allacci. Ma, soprattutto, nessuno riesce a spiegare sinceramente come mai i rubinetti spesso restino a secco. È l’acqua che può generare gioia ma portare anche disperazione. Qui sono tutti esperti, ormai, in portata, in litri al secondo e nei report.
La novità più recente, però, è un’altra. C’è un pezzo di città che vive da quest’estate col problema di un’acqua contaminata e puzzolente. Il quartiere di via Lanzino, in particolare, non trova pace da luglio. E, nonostante le segnalazioni al sindaco, il problema è rimasto e gli effetti sono nell’utilizzo dell’acqua limitato ai servizi igienici. Nel quartiere sorge anche un istituto comprensivo con allievi delle scuole elementari e medie, e anche a loro, ovviamente, è vietato avvicinarsi ai rubinetti dei bagni.
Gli amministratori dei condomini hanno prelevato campioni del prezioso liquido all’ingresso delle cisterne, cioè prima che entri nelle vasche condominiali. E in quelle provette, un laboratorio d’analisi privato ha rinvenuto una presenza fuori limite di colonie di Escherichia coli e di batteri coliformi (si tratta di un indizio di contaminazione certa dell’acqua la cui origine potrebbe essere riconducibile ad una mancata integrità del sistema idrico della zona). I risultati di altri prelievi (con richiesta di esame sia chimico che microbiologico) che sono in arrivo per il prossimo 5 novembre. L’Ufficio Igiene pubblica e Medicina preventiva dell’Asp, in riferimento alla segnalazione dell’amministratore di condominio con il risultato delle analisi che rivelano la contaminazione dell’acqua, ha inviato una nota al sindaco Franz Caruso con invito a «voler disporre una verifica urgente, al fine di accertare la causa dell’inconveniente igienico-sanitario per poter intraprendere i provvedimenti del caso per la celere risoluzione a tutela della salute pubblica».

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