Cosenza, l'“anomalia” nel sistema idrico andava avanti... da luglio: compromesse almeno tre zone della città
Il Comune ha messo mano all’acqua dopo l’allarme lanciato dalla Gazzetta che aveva raccolto l’appello degli amministratori dei condomini che sorgono nei quartieri a Nord della città. Ieri, di primo mattino, una robusta task force di tecnici e operai, guidata dall’assessore Francesco De Cicco, si è messa a indagare sulla misteriosa “anomalia” nel sistema idrico che andava avanti da luglio. In alcuni quartieri l’acqua era diventata, addirittura, una insidia. Dalle analisi era emersa la presenza di numerose colonie di batteri coliformi e di escherichia coli che avevano reso inutilizzabile l’“oro blu”per usi domestici. Una contaminazione che sarebbe stata conseguenza della compromissione del sistema idrico in almeno tre zone di Cosenza. Il lavoro degli “007 dell’acqua” ha avuto subito un riscontro positivo in via Benito Falvo con la scoperta e la sistemazione delle perdite. Quindi, la ricerca si è trasferita in via Libero Grassi dove sono state individuate e sanate ben due rotture sullo schema fognario e una terza sul sistema delle acque bianche, punto d’ipotetico ingresso della contaminazione batterica. Neutralizzata la minaccia, nel pomeriggio, operai e tecnici si sono spostati in via Martorelli (da cui partono le varie ramificazioni verso via Lanzino e gli altri quartieri limitrofi) seguendo la scia cupa, imprevedibile e maleodorante dell’acqua. E lì si andrà avanti con la mappatura dell’intera rete, allaccio per allaccio, utenza per utenza, per individuare tutte le strozzature, tutte le perdite dentro condotte bucate dal tempo e da lavori che non sono stati sempre eseguiti ad arte. Le tubature di via Martorelli saranno ispezionate in lungo e in largo con l’obiettivo di risolvere per sempre il problema, come ha spiegato l’assessore De Cicco: «C’era stato un allarme in agosto, eravamo intervenuti prontamente. Ma dopo il 25 si è ripresentata la medesima situazione. Ora andremo a fondo per scovare cosa provoca questa contaminazione e una volta sanate tutte le eventuali perdite, risolti i problemi, faremo analizzare l’acqua e provvederemo a sanificare l’intera condotta prima di rimettere in circolazione la risorsa idrica. La tutela della salute pubblica attraverso il controllo delle acque è un nostro preciso dovere». Dunque, l’emergenza rientrerà nel giro di qualche giorno in una città che, storicamente, non ha mai avuto un buon rapporto con l’acqua. Nessuno conosce esattamente il motivo di quel suo viaggio a singhiozzo nelle tubature comunali. E sono un rebus anche le continue rotture sull’Abatemarco, maestosa opera d’ingegneria idraulica dalla costante salute malferma. Una decomposizione del sistema idrico più grande della Calabria che, spesso, genera sete perché, da quella condotta che disseta una enorme porzione del Cosentino, non arriva una sola goccia d’acqua nei rubinetti dei cosentini.