Treni inaccessibili ai pazienti in cura: il Frecciarossa nuovamente al centro delle polemiche.
Se per i cittadini della Sibaritide-Pollino il diritto alla mobilità resta una chimera – per costi e carenza di offerta – lo è ancora di più per chi è costretto ad affrontare i cosiddetti “viaggi della speranza” per sottoporsi a cure mediche.
A porre al centro del dibattito pubblico anche questa importantissima – e vitale – questione è Ranieri Filippelli della Vincenzino Filippelli Onlus, un’associazione che si prende cura dei bambini affetti da patologie onco-ematologiche e delle loro famiglie e che accompagna lungo tutto il percorso della malattia, offrendo loro supporto e aiuto sia morale che economico.
L'Associazione, infatti, si occupa di prendere i contatti con i principali ospedali pediatrici oncologici, nonché di sostenere le spese di viaggio, vitto e alloggio dei bambini malati e dei loro genitori. Come ha evidenziato Filipelli in una nota social: «Il Frecciarossa Sibari-Bolzano risulta inarrivabile per le categorie di cittadini che viaggiano spesso per cure mediche in ospedali ad alta specializzazione». E fa un esempio: «La tratta Sibari-Roma, per due persone andata e ritorno costa 270 euro. In auto, invece, costa 100 euro in meno. Dove sono gli incentivi pubblici – chiede provocatoriamente – per incoraggiare l'uso del treno anziché delle auto?». Rendere più accessibile il servizio di trasporto via treno alle tante famiglie costrette ad affrontare lunghi viaggi per sottoporre i propri figli ad importanti cure mediche dovrebbe rientrare tra gli obiettivi principali delle politiche del welfare regionale - tant’è che il dipartimento di riferimento è giustappunto Salute e Welfare - e non una possibilità remota, accessibile solo ad una ristretta minoranza abbiente.
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