Cosenza

Giovedì 07 Novembre 2024

Quei furbetti del bonus docenti, al via a Cosenza le “interrogazioni” dei prof

Al via. Sono cominciati a fine ottobre i colloqui dei docenti convocati dall’Ufficio procedimenti disciplinari dell’Ambito territoriale provinciale (Atp) di Cosenza per fare piena luce anche dal punto di vista amministrativo, dopo quello giudiziario, sull’utilizzo dei cinquecento euro garantiti ogni anno ai prof dalla Carta del docente. Alcuni insegnanti, come previsto, si stanno presentando accompagnati dai propri avvocati, altri da rappresentanti sindacali. In base a quanto trapelato viene ricostruito loro quanto contestato, chiedendo se vogliono aggiungere ulteriori elementi, magari per irrobustire gli elementi a loro discolpa. Per avere riscontro dell’eventuale sanzione a loro carico potrà essere necessario aspettare sino a centoventi giorni. L’inchiesta penale - L’indagine della procura cittadina e del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza è esplosa a febbraio dello scorso anno coinvolgendo complessivamente circa trecento docenti, assieme a un imprenditore. In base a quanto ricostruito delle fiamme gialle, i prof avrebbero acquistato elettrodomestici, condizionatori d’aria, televisori e smartphone di ultima generazione invece che quanto previsto e rigidamente fissato dalla legge. Il bonus erogato annualmente dallo Stato è infatti destinato all’aggiornamento e all’attività professionale, quindi spendibile per l’acquisto di software, hardware, libri di testo, iscrizione a corsi di laurea o master, biglietti di musei, iniziative di arricchimento culturale o altre cose variamente legate alla professione docente. Grazie alla complicità del titolare di una società operante a Cosenza sotto l’insegna di una nota catena di distribuzione preposta alla vendita di elettrodomestici e altri dispositivi elettronici, invece, i furbetti avrebbero aggirato le disposizioni statali. Nei confronti dell’imprenditore è scattato un sequestro preventivo del valore di 135mila euro, considerata somma equivalente all’ammontare della presunta truffa. Il provvedimento era riferito a un immobile e altre disponibilità finanziarie riconducibili all’uomo.

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