La paura di quei giorni aveva trascinato questo nostro mondo dentro una delle pieghe più buie della storia. Una paura che per due anni aveva trasformato gli altri, i nostri vicini, in pericolo o, peggio ancora, in inconsapevoli assassini. Bastava un colpo di tosse, uno starnuto, una improvvisa fame d’aria per riempirsi d’angoscia, tentare d’entrare in ospedali blindati. L’unica via d’uscita da quel tunnel dell’orrore era il vaccino che cominciò ad essere distribuito all’alba del 2021. E fu così che la gente si metteva in coda dall’alba davanti agli Hub di tutto il Cosentino, divisi per categoria, per età, per bisogni. L’Asp rispondeva a fatica alla richiesta che arrivava da ogni angolo della provincia più grande del Cosentino. Le scorte finivano presto e l’attesa delle nuove fiale generava un altro inferno nell’inferno della pandemia. Una storia che domani sarà riportata a galla nel convegno organizzato da due comitati “Oltre” e “Cittadini liberi” che si svolgerà nella sala “Steve Jobs” del “Marconi”. Non si esploreranno le trame “No-Vax” o “No-Virus”. Stavolta a parlare saranno cittadini che il vaccino l’hanno fatto e dal vaccino avrebbero subito conseguenze. Con loro anche il segretario nazionale del sindacato di polizia Osa, Antonio Porto. E i racconti dei testimoni partiranno proprio dalle loro vite che sarebbero cambiate subito dopo l’inoculazione.