Non ci sono più medici di famiglia a Cassano. La categoria ormai – alla stregua delle famiglie, intese nel senso tradizionale – rischia l’estinzione o magari, viste le circostanze, si è già estinta all’insaputa di tutti. L’ultimo avamposto, quindi, di una sanità territoriale in frantumi rischia di cadere per sempre e provocare la disfatta d’un sistema in continua emergenza. I segni premonitori non danno adito ad alcuna speranza. È solo questione di tempo e poi... L’orologio allora ha iniziato a far girare le lancette un tantino più veloci. Specie a Lauropoli dove i medici di famiglia hanno scadenze abbastanza ravvicinate. In principio erano tre e benché già abbastanza insufficienti, ne sono rimasti due. Uno dei quali, da qualche giorno ha iniziato a contare i pochi mesi che lo separano dalla pensione. Alla fine ne resterà solo uno (forse). E si dovrà “sciroppare” almeno cinquemila assistiti, tanti quanti ne conta l’anagrafe di una delle frazioni più popolose della cittadina sibarita. Un numero impossibile, enorme, esagerato anche per un Messia capace di compiere miracoli con l’imposizione delle mani e senza prescrivere neanche una scatola di cardioaspirina. A Lauropoli, insomma, la situazione non è delle più felici e il futuro, almeno quello della sanità di prossimità, non promette granché di buono. Una contingenza (fosse solo quella) che negli ultimi tempi assilla il consigliere comunale del gruppo dem Gianluca Falbo, che nei giorni scorsi – in previsione di futuri disagi, a voler usare un eufemismo – ha inviato una lettera al dirigente dell’Azienda Sanitaria provinciale chiedendo conto di una situazione divenuta «insostenibile e destinata a tramutarsi in peggio». Il consigliere dem, non senza ragione, in riferimento alla frazione di Lauropoli parla di «una crisi sanitaria senza precedenti».