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Caso Comac a Montalto, sfratto per le ultime aziende

Ennesimo appello alle istituzioni. Un tempo fiore all’occhiello, ora cattedrale nel deserto

Un ennesimo appello dalle ultime aziende rimaste del Comac. Un appello che riecheggia in quella immensa struttura ormai vuota, sita a Pianette di Montalto Uffugo, dove entrare significa percepire subito il silenzio assordante del suo declino. Un tempo consorzio mercatale, fiore all’occhiello dell’intera Calabria, oggi struttura fallita ed abbandonata. «Non facciamo morire il Comac», è stato il grido d’allarme che nel corso degli anni gli operatori hanno lanciato alle istituzioni e al mondo politico. Nessuna risposta è mai giunta. Solo silenzio ed indifferenza per una morte inevitabile che si è consumata dinanzi agli occhi di chi il mercato lo ha vissuto negli anni d’oro e che, disperatamente, ha lottato per evitarne l’agonia.
Il loro sacrificio non è bastato. La morte del Comac si può definire uno dei tanti sogni calabresi infranti, tradito anche dalla Regione Calabria che era parte del progetto. La speranza dei grossisti e dettaglianti di un rilancio della struttura si è spenta, infatti, con la dichiarazione di fallimento dell’intero Comac. Da lì, le aziende man mano sono andate via, chi ha chiuso, chi ha emigrato in altri lidi, con un crollo dell’economia non solo di queste aziende ma dell’intero territorio. Occhi stanchi, volti provati: oggi sono quattro le aziende rimaste che ancora una volta devono fronteggiare un destino avverso. Aziende storiche che hanno fatto la stessa storia del mercato ortofrutticolo calabrese e che, anziché essere supportate da chi a parole parla di sostegno all’economia locale, si sono viste recapitate lo sfratto. Aziende che sono all’interno del Comac dal 2007, che hanno versato negli anni affitti sostanziosi di oltre 2.500 euro al mese per poter usufruire di quei locali e che, adesso, poiché la struttura è stata venduta all’asta, devono andarsene.

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