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Cosenza città unica, Bevacqua (Pd) mobilita il partito per il “sì”

Mimmo Bevacqua guida il gruppo del Pd in consiglio regionale. È stato il protagonista - con Franco Iacucci - dell’operazione politica che ha riportato i Dem al centro del progetto di nascita della Città unica. È per questo che gli abbiamo posto alcune domande.

Il referendum si farà: il PD si mobilita?

«Il Pd ha annunciato il suo voto favorevole alla città unica già da qualche mese, coinvolgendo nella scelta i vari livelli di responsabilità. Il livello provinciale ha individuato ed affidato a Giacomo Mancini il ruolo di presidente del comitato per il Si ed è giusto affidare a lui e al comitato le iniziative da mettere in campo attraverso anche il coinvolgimento delle forze politiche, sociali e dei tanti movimenti che hanno dichiarato la loro adesione al progetto della città unica. Ridurre la partita solo alla mobilitazione e al ruolo dei partiti sarebbe a mio parere, però, un errore. Anche perché il progresso, le innovazioni e la capacità di rompere con il passato quando necessario sono le vere sfide che spingono i cittadini alla partecipazione, senza etichette di appartenenza e liberi nel loro giudizio. Sono certo, comunque che il comitato per il Sì, anche alla luce della decisione del Tar, intensificherà le iniziative sul territorio e, se vorranno, io e il collega Iacucci saremo al loro fianco. Come gruppo, il nostro lavoro lo abbiamo svolto in Consiglio regionale spingendo il centrodestra ad una riflessione per rendere la fusione, da fredda e calata dall’alto per come loro l'avevano impostata, a ragionata per come a noi veniva chiesto dagli attori interessati sui territori e dalle forze sociali ed imprenditoriali che abbiamo ascoltato con grande attenzione. Adesso, dopo la dichiarazione di impegno del presidente del consiglio regionale, la massima figura di garanzia istituzionale, che sarà letta in Consiglio, anche alla luce dell'emendamento già presentato in data 2 ottobre che sposta la data da febbraio 2025 a febbraio 2027, vincolando la Commissione competente a recepirlo, cade ogni alibi per chi poneva problemi legati alla partecipazione, all'armonizzazione o al coinvolgimento. Per chi invece ragiona sentimentalmente o cercando di salvaguardare la propria identità e storia, che comprendo e rispetto, non ci sarà mai una fusione ragionata che possa essere soddisfacente. Figuriamoci poi per chi è abituato a fare da padre e padrone nel suo piccolo e sempre più ristretto regno».

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