Mimmo Talarico, ex consigliere regionale, già assessore e consigliere comunale di Rende, da sempre a sinistra, non è favorevole alla fusione dei tre comuni. La sua associazione fa peraltro parte del Comitato spontaneo nato nella città del Campagnano contro il progetto che unisce Pd e centrodestra. Gli abbiamo posto alcune domande.
Perché è contrario alla Città unica?
«Più che una città unica si propone un accampamento unico. Nessuna questione propedeutica alla fusione è stata affrontata. Siamo difronte a un atto di pirateria istituzionale, per cui alcuni consiglieri regionali con prepotenza sciolgono tre città per farne una, che si chiamerà come dicono loro e sarà come dicono loro. Nel resto d’Italia e del mondo le fusioni sono precedute da comitati di cittadini che le vogliono, da delibere dei consigli comunali, da un disegno essenziale che contempli le funzioni da allocare nel nuovo territorio, da un serio esame sulle risorse finanziarie, degli strumenti urbanistici, ecc.., ecc.. Qui ascoltiamo solo slogan del tipo: “lo facciamo per il futuro dei nostri figli… “Ma per quale ragione al mondo i nostri figli dovrebbero avere un futuro migliore se Cosenza dovesse incorporare Rende e Castrolibero...Ma siamo seri».
Cosa farete come comitato?
«Al momento stiamo cercando di fare quello che avrebbe dovuto fare la Regione: stiamo informando i cittadini sullo stato dei tre comuni interessati, siamo impegnati a smascherare le bufale messe in giro dai propagandisti del SI, stiamo richiamando tutti al senso di responsabilità. Cancellare storie e tradizioni amministrative per andare incontro all’ignoto non è qualcosa per far giocare aspiranti statisti casarecci. E’ una questione drammaticamente seria che potrebbe compromettere negativamente e definitivamente il futuro di quest’area».
La sinistra è divisa: che ne pensa?
«Una parte della sinistra ha già fatto la sua fusione con il centro destra, stabilendo con essa un patto ignobile che tende a sconfiggere le anomalie positive, politiche e amministrative dell’area urbana. E’ la solita sinistra subalterna al potente di turno, in questo caso a Occhiuto. Una sinistra, inciucista e trasversale, che ha dato ampiamente prova di quest’inclinazione negli anni passati. Poi per fortuna c’è anche un centrosinistra che sul tema vuole ragionare e propone di unire e integrare servizi e infrastrutture senza chiudersi a nessuna prospettiva, purchè sia perseguita con intelligenza e partecipazione popolare».
Alle prossime elezioni comunali a Rende: che succederà?
«Non ci è dato sapere. Il contesto è triste e oscuro. Se malaguratamente dovesse vincere il Si, i comuni verranno immediatamente sciolti, con buona pace del PD e dei consiglieri comunali cosentini del centrosinistra, e restiamo in attesa del commissario. Nel frattempo Rende sarà ancor per molto tempo senza alcun governo democratico. Ecco perché occorre votare No. E’ un voto di democrazia e di libertà. Di resistenza civile».
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