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Scalea, cinque condanne per usura ed estorsione

Vittima un imprenditore sostenuto dall’associazione “Ferrami”. Quattordici anni ciascuno ai fratelli Della Gatta

20020605 - ROMA - POL - GIUSTIZIA: ANMA INCONTRA CASTELLI E CONFERMA SCIOPERO DOMANI - Un'immagine d'archivio che mostra una toga lasciata su di una sedia in un'aula di tribunale. DANILO SCHIAVELLA/ANSA/TO

La sezione penale del Tribunale di Paola presieduta da Salvatore Carpino ha inflitto quattordici anni ciascuno a Tammaro Della Gatta e Vito Della Gatta, mentre Vincenzo Perugino è stato condannato a due anni, e Raffaele Iannuzzi e Salvatore Posco a sei mesi. I germani Della Gatta e Perugino sono stati condannati anche al risarcimento dei danni all’associazione antiracket “Lucio Ferrami” e della parte civile. L’inchiesta ricordiamo è della Dda.
Proprio l’associazione “Ferrami” di Cosenza esprime la propria soddisfazione per l’operato delle forze dell’ordine e della magistratura calabrese e per la sentenza emessa dal Tribunale di Paola, che ha riconosciuto colpevoli di usura ed estorsione un gruppo di persone di Scalea, condannando due imputati a quattordici anni di reclusione e altri tre a sei mesi. «Vittima dei fatti accertati – spiega – è un imprenditore di Scalea assistito dallo sportello di aiuto dell’associazione che ha seguito con la propria struttura tutte le fasi precedenti e successive alla denuncia, assicurando anche assistenza e sostegno psicologico professionale alle vittime e costituendosi parte civile essa stessa nel processo». In merito il responsabile delle attività dello sportello Alessio Cassano rimarca: «Si tratta di un ottimo risultato di squadra. Tutte le componenti della società civile intervenute in questa vicenda hanno fatto il loro dovere, a cominciare dalla vittima che ha denunciato con il nostro supporto, per seguire con il lavoro encomiabile delle forze dell’ordine e della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro. Quest’anno ricorre il decennale dalla costituzione della “Lucio Ferrami” e un provvedimento come quello emesso dal Tribunale di Paola conferma la bontà dell’operato dell’associazione in questi anni e la necessità di proseguire, ispirandosi all’esempio fornito dalla figura di Ferrami, nel percorso intrapreso».

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