Avvocati in rivolta. Il trasferimento del maxiprocesso “Reset” dall’aula bunker di Lamezia Terme (allagata a causa di un recente nubifragio) a quella di Castrovillari ha innescato un vibratissima protesta del Consiglio dell’Ordine, presieduto da Ornella Nucci, e della Camera Penale guidata da Roberto Le Pera. I legali bruzi hanno chiesto che il maxiprocesso venga celebrato nella città capoluogo e non in altre sedi. Cosenza è, infatti, la sede del giudice naturale chiamato a valutare le posizioni delle decine di imputati cosentini finiti sott’inchiesta. Ma l’ufficio di Presidenza del Tribunale di Cosenza ha comunicato che non esistono “aule protette” in grado di ospitare un dibattimento di questa portata. Al fianco delle toghe del Foro (tra i più antichi della regione) si è schierato il sindaco della città, Franz Caruso e, accanto a lui, il gruppo consiliare del Pd, coordinato da Francesco Alimena. Scrivono i consiglieri Dem: «Esprimano sorpresa e rammarico per il diniego della Presidenza del Tribunale di Cosenza avverso la leggittima aspettativa degli avvocati del prestigioso Foro della nostra città, di celebrare i processi nel proprio Tribunale di Cosenza. Tale battaglia di civiltà, che gli avvocati penalisti stanno conducendo, e’ vieppiù importante perché, se vinta, sanerebbe un peccato originale: vedere un importante processo com’è “Reset” svolgersi a Cosenza, dove ha sede il giudice naturale precostituito per legge e dettato costituzionale e non a Lamezia, dove una inutile aula bunker ha l’unica funzione di spettacolarizzazione del processo, grande sperpero di soldi pubblici e il terrorizzare turisti e viaggiatori in visita nella nostra bella e bistrattata Regione, i quali devono vedersi il cartello indicante questa cattedrale nel deserto, esposto a bella posta sotto quello indicante l’aeroporto di Lamezia.