Arriva “fortunatamente” dal passato la risposta allo spopolamento e alla fuga dei giovani dall'area del Pollino. Tutto grazie ad alcuni “volani” di sviluppo che, oltre ad aver implementato il turismo in ogni stagione dell'anno, hanno anche e soprattutto avviato la crescita di nuove attività imprenditoriali. Molte poggiano sul turismo lento e la riapertura della pista ciclopedonale “Castrovillari-Laino Borgo”. Il tratto ferroviario – abbandonato negli anni Ottanta – è quello che dallo Scalo di Spezzano Albanese conduce fino a Lagonegro, in Basilicata. La linea a scartamento ridotto venne ultimata nel 1927, quindi disarmata negli anni in cui si decise di promuovere il trasporto su gomma. Qualche anno fa, il Parco del Pollino scelse di percorrere la strada inversa procedendo al restyling di piccoli tronconi. Ai primi cinque chilometri se ne aggiunsero altri 12, una pista che è diventata il pezzo forte dell’offerta turistica dell’area del Pollino. Un vero e proprio balcone che si affaccia sul Pollino e la Serra del Dolcedorme. In contrada Campotenese sono nati importanti punti attrattori come il centro servizi della “Catasta” e il Parco della Lavanda, che diventa epicentro d’interesse nel periodo della fioritura. I segnali del ritrovato virtuosismo sono arrivati da Legambiente che ha premiato l’hub turistico di Campotenese come dimostrazione evidente della rivoluzione in atto con un ventaglio di offerte turistiche autentiche e sostenibili, spesso inaspettate, che mirano a minimizzare l’impatto ambientale, a sostenere le comunità locali e a promuovere la conservazione della biodiversità e l’inclusività.