Succede tutti i giorni. Succede più volte al giorno. Succede che nell’area urbana Cosenza-Rende-Castrolibero spariscano in media oltre cento vetture al mese. Una cifra enorme – un fatturato mensile abbastanza apprezzabile – che fa dell’industria dei furti d’auto una delle voci più importanti – alla stregua, si presume, delle estorsioni alle imprese – del bilancio criminale (al netto del traffico delle sostanze stupefacenti, s’intende) che si sviluppa nel comprensorio bruzio. Benché inchieste e relative retate – non da ultima quella chiusa di recente con otto misure cautelari – abbiano, nel corso degli anni, disarticolato le varie gang, il fenomeno – se di fenomeno si può ancor parlare – non ha conosciuto crisi, tantomeno battute d’arresto. Anzi: gli operatori del settore, nel corso del tempo, hanno trovato nuovi “entusiasmi” e inediti “slanci” verso questa redditizia “professione” riuscendo a superare anche le difficoltà contingenti alle nuove tecnologie elettroniche. Le centraline, quelle che riconoscono la chiave d’accensione, per esempio, non sono più un problema, non rappresentano più un ostacolo. Basta possederne una, cosiddetta, “azzerata” e il gioco e fatto. Roba di pochi minuti – si forza la portiera, si apre il vano motore, si crea un bypass con la centralina azzerata, il motore si avvia – e l’auto si allontana dal parcheggio all’insaputa del legittimo proprietario. Non incutono più timore neanche i localizzatori gps delle assicurazioni. Gli specialisti, vista la standardizzazione degli apparati, non solo sanno dove sono collocati ma anche come neutralizzarli nel tempo d’un respiro. Hanno una blanda efficacia – ancora per un po’, poi chissà – quelli montati in modo autonomo dai proprietari delle vetture. Non foss’altro perché nascosti in punti a volte impensabili (altre volte no, ma fa lo stesso). Cambiano le generazioni ma i gusti restano gli stessi. Tra le auto più gettonate (o se si preferisce quelle più soggette ai furti) ci sono sempre quelle del gruppo Fiat. La vetta della classifica è occupata dalla Panda, dalla Punto e dalla Cinquecento C (il cosiddetto “cinquino”). Un po’ più giù – non di molto – prendono posto, le sorelle maggiori, le Cinquecento X e L e la Jeep Renegade. A seguire poi l’Alfa Romeo Giulietta, la Wolksvagen Golf e nipponiche Nissan Qashqai e Toyota Rav 4.