Si sgonfia il caso di resti animali ritrovati nella montagna rossanese. Al momento non si profila alcun reato. Si erano anche fatte ipotesi di strani riti. Ma sembrerebbero più semplicemente classiche piste che si aprono in questi casi, che per altro non sono così infrequenti. Quasi certamente si è in presenza di scarti di macellazione, che o sono stati impropriamente abbandonati senza seguire il corretto iter di smaltimento o che volutamente sono stati utilizzati per diventare delle vere e proprie “trappole” per cinghiali o altri animali. I resti, infatti, presentavano la presenza di materiale ferroso, tra filo spinato e pare anche chiodi. Una esca succulenta per cinghiali e animali randagi che però si rivela mortale una volta ingerita. Senza dimenticare che il fenomeno della presenza massiccia dei cinghiali non sta risparmiando neanche i centro abitati, dove li si vede scorrazzare in branco creando danni e anche timore per le strade, poiché i branchi si materializzano di notte per le vie con rischio di incidenti per gli automobilisti. Il ritrovamento delle carcasse di animali risale a qualche giorno fa in località Toscanello, ed è anche stato fatto un esposto ai carabinieri forestali che hanno provveduto a condurre una attività ispettiva senza però rilevare un qualche reato. Intanto nei giorni scorsi sull’episodio era anche intervenuto il consigliere regionale Ferdinando Laghi, che chiedeva di fare chiarezza sugli aspetti della vicenda. «Grave e macabro è quanto accaduto nei giorni scorsi in contrada Ceradonna, nella zona montana rossanese di Toscanello, con il ritrovamento di resti freschi di animale infilzati da chiodi e pezzi di ferro vario. Uno scempio di questo tipo non ha, al momento, spiegazioni né, tanto meno, può avere motivazioni. Il fatto poi che sia accaduto lungo un sentiero di montagna che può essere alla portata anche di bambini, lo rende, se possibile, ancora più odioso».
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