Una casa concessa al boss Muto e una all'amministratore comunale: blitz tra gli alloggi popolari di Acquappesa
Un controllo straordinario nelle case popolari di Acquappesa, che comprendono oltre 50 appartamenti in tre diverse aree del Comune. A svolgerlo i carabinieri di Paola, con il supporto dei colleghi delle Compagnie di San Marco Argentano e Scalea, unitamente all’ATERP Calabria (Azienda territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica Regionale). L’accertamento, condotto sugli sviluppi dell’attività informativa della Stazione Carabinieri di Guardia Piemontese Marina, è stato indirizzato a 30 alloggi per la verifica degli effettivi occupanti, del mantenimento dei requisiti previsti alla concessione dell’abitazione, nonché per il contrasto al degrado urbano e agli stupefacenti, quest’ultimo attraverso l’ausilio di un’unità cinofila dei Carabinieri di Vibo Valentia. All’esito:
- sono state riscontrate n. 8 occupazioni abusive da parte di persone prive di alcun titolo per poter risiedere nella casa popolare, di cui n. 3 da parte di nuclei familiari inosservanti di un’ordinanza di sgombero già emessa;
- 3 soggetti sono stati denunciati anche per false attestazioni nella stipula del contratto per l’energia elettrica;
- uno degli occupanti stava ristrutturando l’abitazione invasa arbitrariamente, abbandonando dietro la palazzina rifiuti speciali non pericolosi;
- sono stati sequestrati 2 appartamenti e, a carico di ignoti, tutta l’area del seminterrato delle palazzine di Nuovo Villaggio Intavolata, il cui accesso poteva avvenire solo tramite delle botole, ma che erano diventate una discarica di materiale di risulta di opere edili, suppellettili, elettrodomestici, parti di arredo e vestiario;
- una persona è stata segnalata alla Prefettura di Cosenza poiché trovata in possesso, per uso personale, di una modica quantità di marijuana.
Le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Paola, diretta dal f.f. Ernesto Sassano. È stata infine constatata la mancanza di requisiti da parte di altri 11 nuclei familiari che dagli accertamenti hanno ulteriori abitazioni o non vivono stabilmente negli alloggi: tra queste un’abitazione che era stata concessa dal 1969 a Muto Francesco, boss dell’omonima cosca di Cetraro, attualmente detenuto, mentre in un’altra vi era un Amministratore Comunale. Per tutti loro è stato richiesto al Comune di Acquappesa l’avvio del procedimento amministrativo per il rilascio dell’abitazione, all’esito del quale, in caso di inottemperanza, verrà emessa l’ordinanza di sgombero. Le abitazioni popolari potranno tornare fruibili a chi ne ha effettiva necessità sulla base di una graduatoria di merito.