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Innovazioni nei biomarcatori e tecniche mininvasive: focus sul trattamento delle vasculopatie

I nuovi sviluppi dei biomarcatori molecolari per il trattamento della malattia venosa cronica e il vantaggio delle nuove tecniche di mininvasività chirurgica al centro della relazione che il dottore Paolo Perri, chirurgo vascolare dell’ospedale Annunziata di Cosenza, ha tenuto in occasione del secondo Congresso Internazionale di chirurgia vascolare, che si sta svolgendo in questi giorni presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro. In particolare sono emersi i vantaggi che derivano dall’utilizzo, anche presso il nosocomio cosentino, di devices di ultima generazione che garantiscono minima invasività e dimissioni in giornata al paziente sottoposto ad intervento chirurgico per malattia venosa cronica.
L’evento, al quale stanno intervenendo specialisti che provengono da vari centri italiani ed europei, è organizzato dal professore Raffaele Serra titolare della cattedra di Chirurgia Vascolare dell’Ateneo Magna Graecia di Catanzaro, è patrocinato dalla Società Italiana di Chirurgia Vascolare SICVE e dall’Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianti ANED.
Le tematiche affrontate nel corso del Congresso "2nd Vascular Surgery Congress of UMG: an international forum on transdisciplinary research, and advanced management on vascular disease" sono diverse ed all’insegna della transdisciplinarietà e dell’interdisciplinarietà nella patologia vascolare, coinvolgendo tutti i distretti vascolari, le arterie, le vene, i vasi linfatici. Strutturato con modalità di public engagement in science, fino ad arrivare agli argomenti specifici della patologia vascolare ed in particolare, si andrà dalle nuove innovazioni biotecnologiche, partendo dalle scienze di base, per arrivare ai nuovi sviluppi delle tecniche chirurgiche mininvasive ed endovascolari per il trattamento delle vasculopatie.
Presenti numerosi direttori di scuola di specializzazione in chirurgia vascolare di prestigiose università italiane come la Federico II di Napoli, l’Università Vita Salute San Raffaele di Milano, oltre a specialisti provenienti dall’Olanda, dalla Romania e dalla Germania.

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