Cosenza

Sabato 21 Dicembre 2024

Truffa del “bonus docenti”, le sanzioni inflitte ai prof cosentini

Sospensione di tre o quattro giorni, blocco dello scatto stipendiale e stop per un anno del bonus docenti da 500 euro. Oltre ad avere dovuto rimborsare tre volte la somma dello stesso bonus illecitamente spesa. Sono le sanzioni già comminate o che aspettano i presunti furbetti della Carta docenti. Circa trecento docenti che ormai da settimane, e almeno sino a marzo, stanno sfilando dinanzi all’Ufficio provvedimenti disciplinari dell’Ambito territoriale provinciale diretto da Loredana Giannicola. Sono affiancati da avvocati o rappresentanti sindacali. A febbraio dell’anno passato sono stati coinvolti in un’inchiesta della procura e della guardia di finanza cittadina poiché avrebbero usato illecitamente i 500 euro garantiti dalla Carta del docente, utilizzata per acquistare elettrodomestici, condizionatori d’aria, televisori, smartphone di ultima generazione e altro ancora invece che quanto previsto dalla legge. Il bonus annuo erogato dallo Stato, è destinato all’aggiornamento professionale e quindi spendibile per l’acquisto di software, hardware, libri di testo, iscrizione a corsi di laurea o master; ancora biglietti di musei e cinema o ulteriori iniziative di arricchimento culturale. Invece, grazie alla complicità del titolare di una società operante sotto l’insegna di una nota catena di distribuzione preposta alla vendita di elettrodomestici e altri dispositivi elettronici, anche lui coinvolto nell’inchiesta, i prof l’avrebbero utilizzato per ben altro. A febbraio 2023 le fiamme gialle non solo avevano denunciato l’imprenditore, ma anche adottato un sequestro preventivo del valore di 135mila euro, somma equivalente all’ammontare della presunta truffa. La somma rappresentava l’illecito profitto del reato. Gli episodi ricostruiti dal nucleo di polizia economico-finanziarie della guardia di finanza si riferivano agli anni dal 2018 al 2021. Le quattro primavere durante le quali sarebbero state aggirate le rigide disposizioni di legge in merito alla Carta. Come funzionava Il primo acquisto effettuato dai prof risultava in linea con le reali finalità del bonus. Quindi tutto in regola. Però in un secondo momento il docente tornava nell’attività commerciale esercitando il cosiddetto “diritto di reso”. Veniva così rilasciato a suo favore un buono spesa utilizzabile nello stesso negozio. E in quel momento, hanno ricostruito gli investigatori, scattava il “liberi tutti” che consentiva ai prof di portare a casa attrezzature che non rientravano tra quelle acquistabili con i 500 euro ogni anno messi a disposizione dallo Stato. La difesa dei prof Alcuni dei docenti si sono difesi motivando gli acquisti col bisogno di superare il gap tecnologico sofferto da alcune scuole. Hanno spiegato d’avere usato il denaro per comprare uno smartphone, poiché nell’istituto in cui erano impegnati non c’erano pc in aula né altri sistemi per potere usare il registro elettronico.

leggi l'articolo completo