Una domenica di fine agosto, un pranzo nel cuore della Sila e poi il ritorno in città. Mario Molinari e Ilaria Mirabelli stanno insieme da qualche tempo, la loro relazione è altalenante. Lungo il tragitto di ritorno dall’area di Lorica verso Cosenza, l’auto su cui viaggiano sbanda, urta contro un albero e si ribalta: la donna, 39enne, viene sbalzata fuori dall’abitacolo e muore; l’uomo rimane leggermente contuso. È il 25 agosto scorso. Le fasi successive al sinistro stradale sono confuse: l’allarme lanciato per i soccorsi fa giungere sul luogo della tragedia i carabinieri della stazione di San Giovanni in Fiore; l’ambulanza arriva ma solo per constatare il decesso della vittima. Molinari, visibilmente scosso, dichiara che alla guida del veicolo c’era Ilaria ma la ricostruzione dell’accaduto non convince i congiunti della 39enne (la madre e la sorella) che chiamano subito il loro avvocato, Guido Siciliano. Il sopralluogo eseguito dai carabinieri non sembra perfettamente coincidere con il racconto reso dal superstite. Gli amici e i parenti di Ilaria chiedono subito al magistrato inquirente, Donatella Donato, di far luce sul caso, di non lasciare nulla d’intentato per stabilire la verità. Il procuratore aggiunto di Cosenza, Antonio D’Alessio, raddoppia i magistrati delegati al caso affiancando a Donatella Donato la collega Mariangela Farro e contesta al compagno della donna l’ipotesi di reato richiesta dal legale dei congiunti di Ilaria. I magistrati inquirenti dispongono una serie di accertamenti e affidano al consulente tecnico, Fausto Carelli Basile, il compito di accertare chi fosse alla guida della vettura e di valutare se le lesioni riportate dalla vittima fossero compatibili con l’incidente. Il perito della Procura compie le verifiche e rassegna le sue conclusioni: alla guida del veicolo c’era Mario Molinari e la coppia al momento dell’incidente non indossava le cinture di sicurezza. Agli atti ritualmente depositati vi sono pure le verifiche compiute su Molinari da cui risulta che l’uomo al momento del fatto era leggermente “positivo” all’alcol. Il “giallo” di Lorica non è più tale: la nebbia sembra essersi diradata.
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