Rafforzare i sistemi di protezione dedicati agli anziani. Arrivano copiose, infatti, le segnalazioni che riguardano il Pronto Soccorso di Castrovillari, bisognoso di particolari interventi di rafforzamento, sia del personale, ma anche di luoghi che siano capaci di affrontare una delle più delicate emergenze del secolo, ossia la cura degli anziani e delle fasce più deboli della società. Il periodo natalizio ha, in effetti, rimesso a dura prova i luoghi più esposti dell'ospedale “Pasquale Ferrari”, bisognoso, così come altri ospedali, di aumentare i posti letto del Pronto Soccorso perché non ci sono spazi nei reparti per persone che sono alle prese con le trasfusioni o che hanno la necessità di essere assistiti al momento del pasto e in altre fasi della giornata. Non bastano poche stanze di 10/12 metri quadri con dentro tanta vita. Non è una novità, infatti, che l'attuale società sta andando verso una vera e propria rivoluzione demografica con gli ospedali pubblici che spesso, forse anche troppo, non poggiano la loro attività primaria su tutte quelle persone anziane che si trovano a vivere i malesseri dell'invecchiamento. Il personale è sempre esiguo. Soprattutto nel periodo natalizio. Le paure degli utenti, in particolare quelle dei loro familiari, sono sostanzialmente legate all'impossibilità di raggiungere altri luoghi della provincia di Cosenza. Tutto per avere delle risposte vicine alle loro abitazioni, siano esse nella Valle dell'Esaro, siano nella zona nord del Pollino. È una bella sfida quella che attende al società contemporanea, che non quella di allontanare i “vecchi” dai rispettivi focolari domestici, ma è soprattutto quella di aiutarli a rimanere al centro della famiglia, tra i loro cari, per evitare situazioni dissociative che possono essere riscontrate in luoghi di “parcheggio” che leniscono le coscienze di figli irriconoscenti. Luoghi che portano immediatamente alla demenza o ad altre malattie della vecchiaia. L'appello, quello lanciato proprio da alcuni utenti del Pronto Soccorso della Città del Pollino, è quello di non guardare la carta d'identità di chi arriva nelle corsie di emergenza, perché dentro ogni anziano c'è una pagina indelebile della nostra società; una vita passata a costruire comuni, contrade e le stesse strade di una società che, a sua volta, deve necessariamente restituire quei servizi pagati in vite di sacrifici. La prima delle disuguaglianze è, oggi, proprio quella riservata agli ultra ottantenni; una tendenza che determinerà le caratteristiche della società di un futuro che non può essere questo.