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Cosenza, situazione critica all'Annunziata: utenti in attesa delle analisi tra pioggia, freddo e vento

È uno dei problemi irrisolti all’ospedale Annunziata. Lo conferma l’ultima segnalazione di un ingegnere cosentino in pensione che l’altra mattina, una mattina molto piovosa, insieme a tanti altri utenti, davanti al laboratorio per i prelievi, ha atteso il proprio turno tra raffiche di vento, freddo e schizzi di acqua.
Gli utenti dopo il passaggio all’ufficio ticket per corrispondere quanto dovuto devono spostarsi di qualche decina di metri per il prelievo. La sala chiusa c’è ma è piccola, per cui bisogna entrare pochi alla volta, e chi rimane fuori è riparato solo virtualmente da un pannello che protegge dalla pioggia. Ma ai lati si è scoperti per cui è un’impresa aspettare che arrivi il momento di entrare dentro. Il professionista che si è rivolto al nostro giornale si è recato alle 7,30 all’Annunziata per sottoporsi ad alcune analisi di routine. La sala prelievi purtroppo rappresenta da tempo una criticità che crea disagi ai pazienti, soprattutto durante i mesi invernali. Dopo essersi recati all’accettazione del Cup, gli utenti sono costretti ad attendere il loro turno non in una sala protetta e riscaldata, ma all’esterno, sotto una tettoia che offre una protezione limitata rispetto alle intemperie.


Una situazione che penalizza soprattutto le persone anziane e chi si trova in condizioni di salute precaria. «Non è accettabile che chi deve sottoporsi a prelievi per esami diagnostici sia costretto a convivere con freddo e pioggia, per di più in piedi», ha denunciato il nostro lettore, «questi disagi diventano ancora più significativi nei giorni di maltempo, quando il vento e le basse temperature rendono l’attesa insostenibile. Com’è possibile che in una struttura sanitaria in evoluzione come la nostra non si preveda uno spazio adeguato per accogliere questi pazienti? Una sala riscaldata, con posti a sedere, organizzata in modo da garantire un flusso ordinato delle chiamate: non dovrebbe essere un lusso ma uno standard minimo di rispetto per chi si rivolge all’ospedale per ricevere cure. È necessario che le autorità sanitarie intervengano tempestivamente per porre fine a questa situazione. Una riorganizzazione degli spazi - ha concluso il pensionato - e una maggiore attenzione alle esigenze dei pazienti potrebbero risolvere un problema che, al momento, appare assurdo e ingiustificabile. La salute e la dignità delle persone, soprattutto di quelle più fragili, devono essere una priorità. Casi del genere non fanno parte di una città civile». Per la cronaca, il “nostro”, che era lì dalle 7,30, ha potuto sottoporsi al prelievo poco prima delle undici!

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