Con un videomessaggio pubblicato ieri sui social, per la prima volta dopo la caduta della sua Amministrazione, l’ex sindaco Giacomo Perrotta si è rivolto alla città e alla sua comunità. Non esitando a definire «killeraggio politico» quanto accaduto lo scorso 23 (dimissioni di nove consiglieri, tra cui l’ex vicesindaco Annalisa Alfano e l’ex capogruppo di maggioranza Gianna Fiore, e conseguente scioglimento del civico consesso), con precisi riferimenti a comportamenti, fatti, persone e circostanze, e mettendo in evidenza di aver riposto fiducia in persone da cui ritiene di essere, invece, stato tradito.
Inoltre, «consapevole degli errori fatti», si è detto pronto «a non smettere di lavorare per Scalea, perché siamo stati messi a riposo, ma continueremo a lavorare per il progresso e la stabilità della città. Cosa ormai nota - ha, poi, sottolineato l’ex primo cittadino scaleoto - nove consiglieri comunali hanno depositato le proprie dimissioni, decretando la fine della mia Amministrazione. L’atto di dimissioni è stato sottoscritto dai consiglieri Paravati, Versace, Silvestri, D’Anna, Orrico, Torrano, Angona e, dulcis in fundo, dalle dottoresse Fiore e Alfano, rispettivamente, fino a poco tempo fa, capogruppo di maggioranza e vicesindaco. Per il bene di Scalea, è bene ricordare i nomi, perché, con elevata probabilità, li ritroveremo insieme. In questi quattro anni, ho da recriminare solo una cosa: essermi fidato. Anche di parole che nascondevano un cinismo e un arrivismo senza precedenti. Quanto è accaduto ha un nome preciso, si chiama killeraggio politico».
L’ex sindaco ha, quindi, rivolto dei «ringraziamenti» ironici a coloro che ritiene gli artefici della fine della sua Amministrazione, in primis «alla professoressa Fiore, che ha dichiarato di non poter più governare con un sindaco ormai lontano dai suoi ideali politici, per poi votare una sfiducia insieme ad ex componenti di Forza Italia, a un consigliere di Fratelli d’Italia e a un consigliere di Noi Moderati e firmare l’atto di dimissioni insieme a loro»; all’ex vicesindaco Alfano, «mia amica da oltre 30 anni - ha sottolineato con amarezza - e pensate se mi fosse stata nemica», accusandola «di aver sempre percorso la cara vecchia politica dei due forni: essere vicesindaco e ammiccare a chi ha duramente attaccato sul palco per prendere voti». Infine, dopo aver ringraziato sinceramente chi gli è stato vicino fino all’ultimo, lavorando per la comunità, l’ex sindaco Perrotta si è rivolto all’ex presidente del Consiglio comunale, Gaetano Bruno, «che - ha messo in evidenza - probabilmente ha accelerato questo epilogo, manifestando, anche con modi forti, il dissapore alla mia adesione a una parte politica a lui non affine». Ricordandogli: «Neanche tu hai mai chiesto cosa ne pensassi di una tua adesione a M5S che ha governato con la Lega».
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