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Cosenza, Mimmo Bevacqua (Dem): «La Città unica è senza futuro»

Mimmo Bevacqua

Mimmo Bevacqua, guida il gruppo “Zona Dem” che nel Cosentino rappresenta una solida realtà all’interno del Pd. È consigliere regionale da tre legislature del partito di Elly Schlein e capogruppo a Palazzo Campanella. È stato tra i protagonisti dell’iniziativa tesa a realizzare la fusione tra Cosenza, Rende e Castrolibero, un progetto fallito a seguito della bocciatura sancita dalla popolazione. Abbiamo scelto di fargli alcune domande in vista del nuovo anno partendo proprio dalla fallita fusione tra i tre comuni.

Bevacqua, il 2024 è stato l’anno in cui si è tentato di realizzare il progetto della città unica bocciato però dai cittadini: lei era tra i promotori della fusione che ne pensa?

«Il progetto è stato bocciato perché posto male. E perché, così impostato, ha spalancato le porte al facile messaggio identitario. Se a ciò si aggiungono vari calcoli politici trasversali e la incapacità di un forte coinvolgimento delle popolazioni ne viene fuori una bocciatura che rischia di essere tombale per il prosieguo. Si tratta di una grande occasione persa per tutti. Il gruppo del Pd in Consiglio regionale ha provato in tutti i modi a rendere praticabile e sostenibile questo progetto legislativo. Ad esempio distribuendo in un tempo più ampio effetti e ripercussioni. Qualcuno ha capito. Qualcun altro un pò meno. Qualcun altro ancora ha fatto solo finta di capire. Cambia poco. È rimasto il messaggio originario di un progetto nato legislativamente male e gestito con maestria da quanti hanno utilizzato "il campanile " per opporsi ad un disegno che per me esiste già nei fatti»

Lo ritiene quindi definitivamente chiuso?

«Per me partita chiusa. Lo avevo già detto in fase della campagna referendaria. Tranne che non si riprenda la discussione con un moto dal basso. Certamente ognuno degli attori dovrebbe rinunciare a qualcosa. E la chiudo qui»

Quali sono i successi e le amarezze del 2024?

«L’amarezza più emblematica è forse proprio quest'ultima. Non aver colto tutti quanti la grande opportunità offerta dal progetto di città unica di Cosenza. Sono stato accusato di essere “venduto ai cosentini”, di aver fatto accordi di potere ed altro ancora da quanti paradossalmente hanno applicato e praticato questo modo di fare durante la loro storia politica e personale. Questo mi ha fatto male, non il giudizio sincero e spontaneo dei cittadini che hanno espresso il loro no alla fusione. I successi non li identifico mai in cose strettamente personali che pure ci sono. Preferisco sempre individuarli nelle battaglie di civiltà condotte negli interessi di tutti i calabresi. E abbiamo prodotto tanto anche se più d'uno fa finta del contrario. Abbiamo sempre “marcato a uomo” il governo regionale. Devo dire che sulla sanità, su alta velocità sulla mancanza assoluta di visione sul trasporto pubblico locale, sulla necessità di salvaguardare le aree interne, abbiamo condotto una campagna informativa anche nazionale che ha prodotto una presa di coscienza collettiva. E poi sul piano strettamente politico come si fa a non ricordare il passaggio della segretaria nazionale Elly Schlein che ha dato atto al gruppo consiliare del lavoro svolto e della solitudine che si avverte nel fare opposizione in regioni deboli e fragili quali la nostra. Ne vado molto fiero».

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