Operazione “Testa del serpente” a Cosenza, 11 condanne e 4 assoluzioni in appello. Alla sbarra esponenti del gruppo degli Abbruzzese I NOMI
“Testa del serpente”: secondo atto. La Corte di appello di Catanzaro (presidente Antonio Giglio) ha disposto ieri la condanna di 11 imputati e l’assoluzione di altri quattro a conclusione della vicenda dibattimentale con la quale è stata ricostruita tutta la presunta attività delinquenziale svolte negli ultimi anni nell’area urbana dalla crimninalità nomade. Ma ecco il dispositivo emesso dai togati di seconda istanza: Luigi Abbruzzese – 12 anni e 8 mesi; Antonio Abruzzese – 7 anni e 6 mesi; Nicola Abbruzzese – 12 anni e 8 mesi; Marco Abbruzzese – 15 anni e 3 mesi; Franco Abbruzzese – 8 anni e 7 mesi; Claudio Alushi – 7 anni e 8 mesi; Adamo Attento – 6 anni e 2 mesi; Antonio Bevilacqua – 6 anni e 7 mesi; Antonio Marotta - 9 anni e 6 mesi; Alberto Turboli - 1 anno e 5 mesi; Giovanni Drago – 2 anni e 8 mesi. Questi invece gli imputati assolti da ogni accusa: Francesco Casella, Domenico Iaccino, Pasquale Paco Germano e Andrea Greco L’inchiesta, coordinata nel 2019 dai pm antimafia Vito Valerio e Corrado Cubellotti, ruotava intorno alla famiglia degli Abbruzzese “banana”. Una famiglia, quest’ultima, su cui ha pesato in modo significativo il pentimento di Celestino Abbruzzese, detto “micetto”, e della moglie Anna Palmieri. Il blitz scattato nel dicembre di sei anni fa aveva visto impegnati poliziotti e carabinieri in esecuzione di un orginario decreto di fermo poi convalidato dal Gip.