Cosenza

Mercoledì 22 Gennaio 2025

Neonata rapita a Cosenza, il questore tranquillizza: “Non ci sono ladri di bambini”. Il capo della Mobile: “Sofia vittima casuale”

FOTO ARENA

«Non c'è un ladro di bambini che gira per Cosenza». Lo ha detto il questore di Cosenza Giuseppe Cannizzaro per tranquillizzare l’opinione pubblica scossa dopo il sequestro lampo di una neonata avvenuto all’interno di una clinica di Cosenza. "Si tratta - ha precisato il questore Cannizzaro - palesemente di un fatto episodico. Non è un episodio che non deve allarmare nessuno perché nella maggior parte dei casi le strutture sanitarie sono strutture che hanno un controllo degli accessi. Adesso c'è da accertare se c'è stata una falla nella sicurezza della clinica. Non c'è un ladro di bambini che gira per Cosenza. Siamo riusciti a riportare tra le braccia della mamma una piccola appena nata. Non ci deve essere un allarme».

Le parole del capo della Squadra Mobile

La neonata sequestrata ieri sera a Cosenza e ritrovata dopo circa tre ore dalla Polizia, è stata una «vittima casuale» dal momento che «nessun contatto» è emerso «tra la famiglia della piccola e i coniugi» che sono stati sottoposti a fermo. A dirlo è stato il capo della Squadra mobile di Cosenza Gabriele Presti incontrando i giornalisti in Questura. Il funzionario ha anche sottolineato che le «indagini si concentreranno anche sulla sicurezza del punto nascite» della clinica Sacro cuore dove il rapimento è avvenuto. Ricostruendo quanto accaduto, Presti ha riferito che la donna fermata, Rosa Vespa, ha detto alla mamma della neonata di essere una «puericultrice e inoltre indossava la mascherina. Questo - ha aggiunto - ha fatto guadagnare tempo alla coppia». Il poliziotto ha poi spiegato che «è oggetto di accertamento se abbia o meno bussato ad altre stanza ma di certo è rimasta diverso tempo all’interno» della struttura, e che ci sono "indagini anche per capire se avesse fatto sopralluoghi» nei giorni precedenti dopo che sarebbe emerso che ieri avrebbe stazionato per diverse ore nelle vicinanze della clinica. Riguardi alla figura del marito di Rosa Vespa, Acqua Moses, apparso ignaro di quanto realmente era accaduto ad alcuni investigatori, Presti ha riferito che la «posizione del marito è da stabilire, ma sicuramente era presente nel momento dell’atto». Il capo della Squadra mobile ha quindi sottolineato che «descrizioni, servizi di video sorveglianza e conoscenza approfondita del territorio sono stati gli elementi che hanno portato alla risoluzione del caso». FOTO ARENA

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