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Indagine “Lockdown” sullo spaccio di droga a Cosenza e nell’hinterland, chiesto il giudizio per sessantuno indagati

Dovranno comparire davanti al giudice per l’udienza preliminare il 18 febbraio i sessantuno indagati per i quali la Procura cittadina ha chiesto il rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta denominata “Lockdown”.
Sono tutti accusati, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Per alcuni indagati sono state ipotizzate anche le accuse di tentato omicidio, lesioni personali, rapina e estorsioni.
L’indagine denominata “Lockdown” – condotta dai carabinieri del Comando provinciale con la collaborazione dei militari dell’Arma di Teramo, Corsico e Venezia – sono rimaste coinvolte sessantotto persone. Nel corso dell’operazione scattata la mattina del 24 luglio dello scorso anno i carabinieri del Comando provinciale hanno notificato quarantanove misure cautelari. Ventidue persone sono finite in carcere, ventisette ai domiciliari e diciannove sono risultate indagate a piede libero.
Le indagini sono partite nel pieno del lockdown per la pandemia da Covid 19.
Gli investigatori dell’Arma, nel corso delle indagini, hanno avuto modo di appurare non solo la disponibilità, da parte degli indagati, di discreti quantitativi di cocaina, eroina, marijuana e hascìsc, ma anche di seguire le trame della capillare attività di spaccio sia nell’area urbana che e in altri centri della provincia. Per la diffusione delle sostanze stupefacenti – secondo quanto è emerso nel corso dell’indagine – erano stati reclutati anche extracomunitari. Dieci indagati sono stati arrestati in flagranza di reato.

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