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Avvocato ucciso con la moglie, il cetrarese Umberto Pietrolungo a giudizio

E' accusato di essere il killer in “trasferta” che uccise la coppia a Vicenza nel 1991. L’11 febbraio verrà giudicato dal Gup con rito abbreviato

Omicidio dei coniugi Fioretto, il processo per rito abbreviato condizionato è stato fissato all’11 febbraio. Unico imputato è Umberto Pietrolungo - 58 anni - uomo di fiducia del boss calabrese Franco Muto, inteso come il “re del pesce”. Sarebbe lui, secondo gli inquirenti, il presunto killer dell'avvocato Pierangelo Fioretto e della moglie Mafalda Begnozzi uccisi il 25 febbraio 1991 nel cortile di casa a Vicenza. Un omicidio in “trasferta” che non è chiaro da chi potrebbe essere stato commissionato. Pietrolungo legato al clan capeggiato da Muto per lunghi periodi ha avuto residenza nel Nord Italia.

Nell’udienza davanti al giudice Roberto Venditti, in programma a febbraio, la difesa dell'imputato, rappresentata dagli avvocati Marco Bianco, Giuseppe Bruno e Matilde Greselin, ha promosso istanza di abbreviato condizionato “a un accertamento peritale di natura genetica”. Il Gup dovrà quindi decidere se concedere o meno la perizia sul Dna trovato su un guanto di pelle rinvenuti sul luogo del delitto (commesso in contrada Torretti) che, secondo il pubblico ministero Hans Roderich Blattner, rappresenta la prova “regina" che incastrerebbe Pietrolungo al luogo del duplice delitto.

Ci sono poi ulteriori prove che saranno portate all’esame del giudice come le impronte digitali parziali ritrovate sul silenziatore di una delle due armi utilizzate per uccidere i coniugi e la descrizione fornita dai testimoni che quel giorno lo hanno notato insieme ad un complice (ancora non identificato) sia la mattina in Tribunale, sia nel pomeriggio attorno al palazzo dove risiedeva la coppia.

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